Neve e maltempo: resoconto e prospettive di questo inverno 2012

Neve e maltempo

NEVE E MALTEMPO – Questo inverno 2012 sarà sicuramente ricordato come uno dei più freddi ma anche come uno dei più drammatici, prendendo in esame le conseguenze negative che hanno interessato il settore dell’energia e soprattutto il portafoglio degli italiani. Senza considerare il numero di morti, per lo più senza tetto ed anziani, che non ce l’hanno fatta a superare le condizioni meteo, proibitive in alcune zone.

Riscaldamento ed energia: è diventato più costoso del solito riscaldarsi, con il termometro sotto zero e la caldaia a pieno regime, gli italiani hanno consumato nei primi sette giorni di febbraio il 30% in più rispetto alla prima settimana di gennaio. Il consumo medio annuo a famiglia, qualora tale situazione dovesse perdurare, aumenterà di 150 metri cubi, facendo lievitare il conto del gas di questo inverno 2012 di 135 euro per una bolletta da record annua di 1.411,00 euro. Da sottolineare l’emergenza energia con 400 aziende (cosiddette) interrompibili da contratto che stanno reagendo con distacchi programmati di elettricità per compensare le riduzioni di gas proveniente dalla Russia. Un handicap che qualora venisse prolungato potrebbe costare ben l’1% del Pil.

Cibo e agricoltura: anche il cibo costa di più. E’ di circa 50 euro l’incremento di spesa rispetto allo scorso mese di gennaio. Il gelo sta infatti creando ingenti danni ai campi coltivati, con frutta e verdura saliti del 10% e con il costo di numerosi prodotti che dal produttore al consumatore sono raddoppiati anche in funzione dell’aumento dei carburanti.

Per quanto riguarda l’agricoltura il danno inferto è stato di 250 milioni di euro, tra coltivazioni distrutte, prodotti deperibili non trasportati a causa delle condizioni sulle strade e le strutture danneggiate dalla neve. Secondo un primo bilancio della Confederazione italiana agricoltori il danno totale ammonta a circa 500 milioni di euro. Oltre 50 mila sono state inoltre le aziende che hanno subito danni e oltre 5 mila non riescono a tornare al ripristino totale dell’operatività. La più colpita da questo punto di vista la regione delle Marche che deve fare i conti con la paralisi di molte attività produttive, l’interruzione dei rifornimenti di materie prime e la decimazione delle presenze in fabbrica a causa dell’impercorribilità delle strade. In totale il calo della produzione ha raggiunto, in queste zone, circa il 40%. Solo nel settore del manifatturiero i danni, tra interventi sui capannoni e cali del fatturato, superano i 50 milioni di euro circa.  Nel Nord Italia, secondo la Camera di Commercio di Monza, la perdita economica delle imprese in questa settimana di maltempo è stimata intorno ai  500 milioni di euro.

Abbigliamento: non sono pochi inoltre coloro che pur restando in città, anche se del centro-sud, hanno dovuto coprirsi più del solito, spendendo per capi come doposci o calzamaglie.

Gomme: in questi giorni sono stati presi d’assalto gommisti e centri di autoricambi per l’acquisto di gomme da neve o di catene. Prodotti difficilmente reperibili da giorni e il cui costo è letteralmente lievitato raggiungendo, in alcuni casi, anche i 200 euro per catene di fattura medio-bassa.

L.B.

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