Lavoro: i laureati italiani sempre più disoccupati

LAUREATI DISOCCUPATI – Il XIV Rapporto Almalaurea sulla condizione occupazionale dei laureati in Italia disegna un quadro sconfortante. Aumenta la disoccupazione tra i neolaureati italiani e alle stesso tempo anche il precariato, con contratti di lavoro estremamente flessibili e a tempo determinato o addirittura in nero. Calano anche le retribuzioni.

Per i laureati nel 2010, il tasso di disoccupazione a un anno dalla laurea è aumentato in media del 2,4% rispetto al 2009. Per i laureati di primo livello il tasso di disoccupazione è salito a +3,2%, per gli specialistici a +1,9% e anche per gli specialistici a ciclo unico come i laureati in medicina, architettura, veterinaria, giurisprudenza è aumentato a +2,1%. A tre anni dalla laurea è occupato il 74% degli specialistici, mentre la disoccupazione riguarda il 9% dei laureati di secondo livello. Anche a cinque anni dalla laurea risulta in calo il tasso di occupazione: è al 78%, con un -3%. Mentre a 10 anni dalla laurea lavora l’88% degli intervistati. A causa della crisi economica, lancia l’allarme Almalaurea, “una percentuale notevole ed in crescita di giovani è a rischio di disoccupazione prolungata o di inattività, con effetti che potrebbero divenire irreversibili”.

In Italia, la situazione è poi aggravata da una profonda arretratezza del mondo del lavoro che privilegia lavori a bassa e bassissima professionalità, grazie al salario ridotto, rispetto alle elevate professionalità, più costose, ma che contribuiscono ad aumentare la produttività e la competitività del Paese. E’ come se il nostro Paese avesse deciso di percorrere in senso inverso la strada che non solo i Paesi più avanzati, ma anche quelli in via di sviluppo hanno ormai intrapreso. In controtendenza rispetto agli altri Paesi dell’Unione Europea, tra il 2004 e il 2008 l’Italia ha registrato un calo degli occupati nelle professioni ad alta specializzazione.

La donne continuano ad essere fortemente penalizzate, sia per il divario occupazionale tra laureati e laureate che per le differenze retributive. Aumenta anche il divario tra la situazione occupazionale del Nord e quella del Sud Italia.

Redazione

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