
SI SUICIDA PER PERMESSO DI SOGGIORNO – Alle tante tristi storie di suicidio che nell’ultimo anno hanno affollato le cronache dei giornali italiani, per via della sempre crescente crisi, del calo dell’occupazione e delle problematiche che dalla sfera economico-sociale partono per poi contagiare quella esistenziale personale, oggi si è aggiunto un altro drammatico episodio. Anche questo, come tutti gli altri, dovrebbe poterci spingere ad una riflessione.
La storia è quella di A.T., un giovanissimo migrante di origine marocchina che risiedeva a Castel del Rio, una piccola località situata nella provincia di Imola. A soli vent’anni A. aveva sulle spalle un’esperienza di vita molto ricca di avvenimenti, traumi e dolori. Costretto a lasciare le proprie terre originarie per inseguire il benessere e la serenità, A. era approdato ad Imola, dove le numerose difficoltà lo avevano condotto sulla via dell’irregolarità. Per coinvolgimento nello spaccio di droga e per via di piccoli furti compiuti, il ragazzo era assistito dalla comunità di recupero per minori “Il veliero”. Nel corso degli ultimi giorni la questura aveva notificato ad A. il rifiuto della domanda presentata per ottenere regolare permesso di soggiorno.
Proprio quest’ultima brutta notizia e forse la possibilità di immaginarsi un futuro successivo al rimpatrio, il quale doveva essere eseguito entro 15 giorni dall’emissione della sentenza, hanno spinto A.T. a mettere in pratica il gesto estremo del suicidio.
Il ragazzo si è impiccato ed è stato ritrovato oggi all’interno della struttura adibita a centro sociale e denominata “Sala Coop” da un quarantenne che passava in zona. Sono stati avvisati i carabinieri e le indagini sono state aperte, anche se gli stessi inquirenti non hanno particolari dubbi sul fatto che si sia trattato di suicidio.
Redazione online