Grillo show: deposita la lista al Viminale per poi scagliarsi contro tutti

Beppe Grillo (Photo PIERPAOLO FERRERI/AFP/Getty Images)

Beppe Grillo in mattinata ha depositato la sua lista al Viminale, comprensiva di programma e firme del Movimento 5 stelle. La giornata del noto comico e blogger è iniziata alle 8 quando, arrivando al Viminale, si è messo a parlare con i giornalisti esordendo con: “Sono due mesi che sto in silenzio. Ce n’è per tutti, a casa non mi sopportano più“. Poi ha parlato subito di Ingroia: “Il suo movimento ce l’aveva già. Doveva essere il nostro candidato, se mi avesse chiesto di aprirgli la porta, l’avrei fatto. Ora mi preoccupa la gente che si sta riparando dietro di lui“. Deluso, quindi, dalla candidatura separata del magistrato, al quale comunque lascia aperta la porta di eventuali alleanze per portare avanti battaglie comuni.

Per quanto riguarda la consegna della lista, il M5S si è reso protagonista di un episodio insolito: i grillini sono stati per tutta la notte nella piazza del Viminale in modo da poter essere i primi ad effettuare il deposito. Grillo ha quindi denunciato di essere vittima di intralci allo svolgimento della sua attività politica: “I miei sono qui in piazza da giorni, transennati. Qui non c’è più uno Stato. C’è solo polizia. Noi in piazza transennati, loro dentro a inventarsi di tutto per impedirci di presentare le nostre liste, cambiare regole e procedure in ogni momento. La carta che non va bene, le firme che sono storte, addirittura i consoli che all’estero fanno di tutto per impedire di sottoscrivere le candidature. Si inventano ogni difficoltà. Ma io sono pronto: sono qui con avvocati, notai, comitati. Tutto quello che ci potranno chiedere me lo sono portato..”. Quindi ha lancito un appello anche ai mezzi di informazione: “Anche voi giornalisti non potete più fare finta di restare imparziali e limitarvi a descrivere e fintamente essere sopra le parti. Bisogna schierarsi tutti, stavolta. Qui sta crollando tutto. Il nostro Stato è fallito. Siamo al collasso. Io non entro affatto in Parlamento: io vado a vedere cosa ancora è rimasto e si può fare. Chi in Parlamento c’è già lo sa benissimo anche lui che è già morto…”.

Si pone la necessità di rinnovare e Beppe Grillo è sicuro che il suo movimento ha la forza per poterlo fare: “Siamo 100 in parlamento, 6 milioni fuori. Abbiamo la forza di cambiare. Quando un ladro lo metti sotto i riflettori non ruba più, noi siamo completamente diversi dagli altri. Io voglio una nazione con uno Stato fatto dai cittadini. Una madre di tre figli gestirebbe l’economia meglio di questi cialtroni qua”. “Il sistema sta collassando ed è tutto marcio”, ha attaccato, aggiungendo: “se va avanti così ci sarà una rivoluzione violenta. Quando guardo i politici di oggi, mi chiedo: ma presidente di cosa, ministro di cosa? Hanno l’1,5% e credono di rappresentare qualcuno”. Sull’eventuale ingresso in Parlamento, Grillo ha promesso: “Noi il Parlamento lo apriamo come una scatola di tonno, sarà trasparente. Non siamo violenti ma saremo come una sardina, saremo ovunque. Il sistema è completamente marcio, noi siamo migliori. Perché il sistema è bypassato dalla rete. Stop agli appalti e agli inciucetti, saremo in tutte le commissioni, diremo agli italiani cosa stanno facendo”. E ha continuato: “C’è una violenza che sta per esplodere. Lo Stato deve prendersi in mano l’energia, non le multinazionali. Deve gestire sanità, strutture, scuola, autostrade, informazione. Se un ragazzo di Casa Pound vuole entrare a far parte del Movimento, non vedo problemi oggettivi”. Su temi importanti come l’economia e la finanza, il leader del M5S ha bacchettato chi, secondo il suo pensiero, ha mandato in rovina l’Italia: “Alla finanza non interessa nulla dell’Italia né del sud Europa né dell’euro. A loro interessa solo recuperare i soldi. Monti è qui per recuperare i soldi. Berlusconi e la sinistra si sono passati fra loro il potere, come fecero Bartali e Coppi con la borraccia d’acqua. Hanno fatto una politica economica virtuosa negli ultimi undici anni, ma gli interessi sul debito si sono mangiati l’avanzo primario. Lo capisce anche un bambino stupido che così non si può andare avanti. Dobbiamo ritrattare il debito pubblico con le banche, azzerando gli interessi sul debito o portandoli al massimo allo 0,5%. Altrimenti non avremo futuro”.

Redazione

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