
Oltre alla delegazione del Movimento 5 Stelle, Pier Luigi Bersani ha ricevuto in mattinata anche quella di Fratelli d’Italia, il movimento che fa capo a Guido Crosetto, Ignazio La Russa e a Giorgia Meloni. Al termine dell’incontro, proprio Crosetto ha riferito quanto emerso dall’incontro, affermando: “Ci auguriamo che questo paese possa avere un governo, non siamo tra quelli che dicono di andare al voto per prendere un voto in più, ma siamo disponibili a discutere su temi concreti”.
Ha detto ancora Crosetto: “La nostra posizione non è del tutto dissimile da quella del presidente del Consiglio incaricato. Non ci pare il periodo di governissimi, ma guardiamo con interesse alla nascita di un’assemblea costituente che possa intervenire in tempi rapidi per la modifica di regole che ormai tutti dicono che occorre modificare, partendo non solo dalla legge elettorale o dal numero dei parlamentari, ma dall’intera architettura istituzionale”.
“Ci siamo permessi di indicare alcuni punti che noi riteniamo fondamentali, introdotti nel nostro programma e non solo nel nostro” – ha poi proseguito Crosetto – “il limite massimo, introdotto nella Costituzione, del 40% del carico fiscale, il pagamento immediato dei debiti della P.A., un intervento sull’Irap e sull’Imu, la separazione tra banche d’affari e banche d’investimento. Sono tutte cose ampiamente note. Al di là della nostra posizione, ci auguriamo che questo Paese possa avere un governo, a cui non daremo la fiducia”.
Ha concluso Crosetto: “Siamo disposti a collaborare, mantenendo la nostra coerenza, su temi concreti che sono importanti per noi perché lo sono per il Paese”.
L’ipotesi che appare maggiormente plausibile, a questo punto, è che Bersani possa incassare la fiducia dell’Aula, pur non avendo la maggioranza numerica al Senato. A confermarlo, poco fa, il segretario federale della Lega, Roberto Maroni: “E’ verosimile che il Pdl e la Lega non si oppongono alla nascita del governo Bersani? E’ possibile, non so quanto probabile, ma è possibile. Lo abbiamo detto ieri, è possibile a determinate condizioni”. Condizione essenziale sembra restare il nodo intorno a un Presidente della Repubblica vicino al centrodestra, ha spiegato Maroni, concludendo: “‘La decisione è politica: si può votare sì oppure uscire dall’aula del Senato per non votare no. Queste sono variazioni sul tema”.
Redazione online