
Intervistato dal programma radiofonico di Radio2, “La Zanzara”, il senatore Pdl, Carlo Giovanardi, è tornato a parlare del caso di Federico Aldrovandi, il ragazzo ucciso a Ferrara nel 2005, durante un controllo di polizia, affermando: “I poliziotti non devono essere in galera. Gli agenti sono vittime come il ragazzo che è morto e non vanno cacciati dalla polizia. La manifestazione dei sindacati è legittima”.
Ha aggiunto Giovanardi, che già nel 2007 aveva definito Aldrovandi un “eroinomane”: “La sentenza dice che dopo una battaglia di perizie in tribunale c’è stata una condanna per omicidio colposo Aldrovandi non è morto per le botte, non è stato massacrato. I poliziotti hanno avuto una condanna che non è neppure assimilabile a quella di Grillo che ha accoppato padre, madre e un figlio uscendo di strada con il fuoristrada, ma non è mai andato in carcere. Per omicidio colposo, cioè negligenza e imprudenza, non va in carcere nessuno”.
“Andateci voi a bloccare una persona, trovate voi il sistema per cui durante una colluttazione con una persona robusta non succeda niente” – ha affermato ancora l’ex ministro – “Invece qualcuno in parlamento vuole introdurre il reato di tortura con l’ergastolo per gli agenti. I poliziotti hanno fatto un errore, ma erano lì perchè i cittadini hanno telefonato per un’emergenza che magari hanno affrontato male e hanno dovuto chiedere rinforzi perché non ce la facevano da soli”.
Poi Giovanardi ha continuato, attaccando Patrizia Moretti, madre del giovane: “La foto che ha fatto vedere la madre è vera, ma la macchia rossa non è sangue. La madre del giovane dice che devono essere cacciati dalla polizia, invece no. Omicidio colposo significa che non c’e’ dolo, e’ imprudenza. Se uno in macchina fa omicidio colposo non lo cacciano dal posto di lavoro. Anche in un incidente stradale muoiono delle persone, anche il medico può essere condannato per imperizia. Aldrovandi è una vittima ma per certi aspetti sono vittime anche i poliziotti, quelli che facendo il loro mestiere, magari male, si sono presi una condanna”.
L’ex ministro ha infine concluso: “Aldrovandi era in una situazione di alterazione che ha provocato le telefonate dei cittadini e l’intervento della polizia”.
Giuseppe Gabriele Mastroleo