Turchia, proseguono le manifestazioni nonostante le scuse del governo

Proteste Istanbul (Getty images)

Non sono state sufficienti le scuse del premier Recep Tayyip Erdohan nei riguardi della protesta che si è sollevata in Turchia e che da giorni ha provocato una serie di scontri violenti nelle principali città del paese. Ieri, il vice-premier Bulent Arinc aveva inizialmente annunciato l’incontro con gli organizzatori della manifestazione di Piazza Taskim, che difende l’eliminazione dell’area verde del parco Gezi, ma poi il vice premier ha fatto un passo indietro, rifiutando di parlare con gli attivisti.

Nella notte tra martedì e mercoledì sono ripresi gli scontri ad Ankara, Istanbul e Smirne, nonostante la pioggia. Ma non è servito l’appello del premier nel quale chiedeva alle forze dell’ordine di moderare gli interventi sui manifestanti. La polizia ha di nuovo fatto uso di gas lacrimogeni e idranti per disperdere centinaia di manifestanti antigovernativi radunati nelle piazze del paese.

Nella città di Hatay, nel sudest della Turchia, alla frontiera con la Siria, dove un giovane di 22 anni aveva perso la vita, due poliziotti e tre manifestanti sono rimasti feriti
A Smirne invece le forze dell’ordine hanno arrestato 24 persone con l’accusa di avere “incitato ai disordini e fatto propaganda” a seguito di alcune pubblicazioni su twitter in cui sostenevano i manifestanti.
Un’operazione contro i social network che secondo quanto riportano le agenzie si sta svolgendo in tutto il paese, seguendo la linea del premier turco che definì twitter una “cancrena della società”.

Sul piano internazionale, le proteste di questi giorni hanno sollevato molte critiche.
Infatti, sebbene gli Stati Uniti abbiano apprezzato le scuse ufficiali del governo turco, il portavoce della Casa Bianca, Jay Carney ha dichiarato che gli Stati Uniti sosterranno comunque le varie organizzazioni che hanno fatto appello ad un’inchiesta sulle circostanze delle violenze scoppiate nel paese.
“Noi salutiamo le dichiarazioni del vice primo ministro che ha presentato le sue scuse per l’eccessivo ricorso alla forza e continuiamo ad accogliere favorevolmente gli appelli a un’inchiesta su questi avvenimenti”, ha dichiarato Carney condannando l’uso eccessivo della forza da parte della polizia riaffermando l’impegno degli Usa per le “libertà di espressione e di riunione”.
Anche Emma Bonino, il ministro degli Esteri italiano, in un’intervista al quotidiano il Mattino, ha dichiarato che l’Unione Europea dovrà scendere in campo per la difesa della democrazia turca.
“L’Italia deve continuare con forza la politica di apertura alla Turchia e tentare di convincere altri partner europei recalcitranti senza per questo tacere su punti specifici della politica turca che riteniamo inaccettabili”, afferma Bonino.
“Continuo a credere fermamente nella prospettiva europea della Turchia e del suo ruolo per la stabilità e la sicurezza regionale. Di più: penso che un processo di adesione credibile possa ancora avere un effetto benefico sulla dinamica politica del Paese. Un rinnovato impegno potrebbe fissare gli standard di democratizzazione che alla Turchia ancora mancano e delineare un tetto comune sotto il quale far convergere forze politiche ora così in conflitto tra loro”, conclude il ministro degli Esteri italiano.

Redazione

Leggi anche:

Emma Bonino: “Apprensione per le notizie che giungono dalla Turchia”, 4 giugno 2013
Manifestazioni e scontri in Turchia: i morti sono tre, 3 giugno 2013
Turchia: due manifestanti morti, 3 giugno 2013
Turchia, scontri: Erdogan chiama il paese a rilassarsi. Sotto accusa frange estremiste sui social network, 3 giugno 2013