Ablyazov ringrazia Letta: “Ora però mi aiuti a salvare mia figlia”

Enrico Letta (Getty Images)

Continua a tenere banco anche oggi la vicenda di moglie e figlia del dissidente kazako Mukhtar Ablyazov, espulse dall’Italia nelle scorse settimane nell’ambito di una vicenda le cui responsabilità soggettive ancora non sono state determinate, ma per la quale il Movimento 5 Stelle ha chiesto le dimissioni del ministro degli Interni Angelino Alfano, mozione che probabilmente sarà sostenuta da Sel.

Ieri, con un comunicato ufficiale di Palazzo Chigi, il presidente del Consiglio Enrico Letta ha annunciato la revoca dell’espulsione di Alma Shalabayeva, moglie del dissidente kazako e di sua figlia. Oggi, attraverso una lettera aperta pubblicata dal quotidiano ‘La Stampa’, Ablyazov ha ringraziato Letta “per questa decisione coraggiosa ma adesso temo che il regime di Nazarbayev reagirà mandando mia moglie Alma in prigione e la mia bambina Alua all’orfanotrofio”.

Ha sostenuto ancora l’uomo d’affari che si oppone al regime di Nazarbayev: “Fino ad oggi ho avuto paura che il governo italiano serrasse i ranghi, negando l’illegittimità di quanto avvenuto, ma non è successo”. Esordisce la lettera pubblicata dal quotidiano torinese: “Una settimana fa sulla pagine de La Stampa mi sono appellato a lei affinché facesse luce sulla rendition illegale dell’Italia verso il Kazakistan di mia moglie di mia figlia di 6 anni” Ablyazov si dice anche “molto grato al popolo italiano per aver reagito a questa orribile vicenda, per non essere stato insensibile”. Il timore però – spiega ancora il dissidente kazako – è che “il Kazakistan adesso non lascerà andare Alma e Alua, non potranno lasciare il Paese”.

La conferma arriva anche da Riccardo Olivo, uno dei legali di Alma Shalabayeva, in un’intervista al ‘Corriere della Sera’, in cui sostiene che la moglie del dissidente kazako Mukhtar Ablyazov “rischia una condanna a due anni perché familiare di un dissidente, e la bambina potrebbe finire in un orfanotrofio. L’importante è che la situazione si risolva prima che venga processata. Ecco perché serve ancora l’aiuto dei media e dell’opinione pubblica che hanno consentito di raggiungere questo risultato straordinario”.

Olivo chiarisce: “L’indicazione data dal nostro governo di consentire ad Alma di tornare qui anche per fornire spiegazioni sulla vicenda mi sembra opportuna. Certo, non bisogna dimenticare che ogni passo è comunque rimesso alla buona volontà del governo kazako, ma vorrei essere ottimista perché proprio da quel Paese è stato dichiarato che non era mai stato richiesto in alcun modo il rimpatrio delle due cittadine”.

In caso di mancata liberazione, conclude il legale, “il nostro Paese, che ha creato questa situazione, si dovrebbe impegnare per fare pressione sui kazaki, congiuntamente con organismi internazionali, con le istituzioni, il Parlamento europeo. Anche con l’Ocse”.

Redazione online