Lampedusa. Napolitano: “Strage d’innocenti”. L’associazionismo chiede di aprire un corridoio umanitario

Donna incinta soccorsa a Lampedusa (ALBERTO PIZZOLI/AFP/Getty Images)

A seguito della tragedia che oggi ha sconquassato Lampeduso ed ha visto oltre 90 migranti (93 dice il bilancio provvisorio) perdere miseramente la vita tra le acque del Mar Mediterraneo, un coro di voci istituzionali e non si è alzato a commentare con sdegno la vicenda.

Dopo le parole – tutte consapevoli del dramma umano che in queste ore ha avuto luogo nel Canale di Sicilia – pronunciate dal Presidente della Camera, Laura Boldrini, da Papa Francesco I e dal presidente Enrico Letta, è intervenuto anche il Capo dello Stato, Giorgio Napolitano. Autore assieme a Livia Turco di una controversa legge che nel 1998 introdusse una nuova regolamentazione in materia di immigrazione, Napolitano ha detto: “Siamo ormai dinanzi al succedersi di vere e proprie stragi di innocenti, sino alla più sconvolgente questa mattina a Lampedusa, che non si può girare attorno alla necessità assoluta di decisioni e azioni da parte della comunità internazionale e in primo luogo dell’unione europea”.

Sempre a livello istituzionale, una polemica si è creata tra la Lega Nord e la ministra all’Integrazione Cecile Kyenge. Dopo le parole provocatrici di Borghezio che, in mattinata, aveva accusato la ministra, Laura Boldrini e l’Unione Europea, di essere responsabili per quanto successo, Kyenge ha ribattuto: “Non è il momento di dare colpe a qualcuno, ma semmai di rimboccarsi le maniche. Ognuno deve trovare soluzioni e non fomentare paure, dobbiamo alimentare la politica del dialogo”.

Da parte dell’associazione Melting Pot, da anni attiva nella difesa dei migranti e dei profughi che approdano a fatica sulle coste europee, è giunto l’invito deciso ad aprire un corridoio umanitario che permetta agli individui che attualmente affollano i barconi in viaggio tra l’Africa e la Sicilia di navigare in sicurezza. Melting Pot ha criticato quelle stesse istituzioni, italiane ed europee, che avrebbero contribuito ad ostacolare a più riprese i migranti con leggi restrittive e, a dire dell’associazione, discutibili. “

Perché l’Europa capace di proiettare la sua sovranità fin all’interno del continente africano per esternalizzare le frontiere, finanziare centri di detenzione, pattugliare e respingere, ha invece il dovere, a fronte di questa continua richiesta di aiuto, di far si che chi fugge dalla morte per raggiungere l’Europa, non trovi la morte nel suo cammino. Si tratta invece oggi di “esternalizzare” i diritti. Di aprire, a livello europeo, un canale umanitario affinché chi fugge dalla guerra possa chiedere asilo alle istituzioni europee in Libia, in Egitto, in Siria o lì dove è necessario (presso i consolati o altri uffici) senza doversi imbarcare alimentando il traffico di essere umani e il bollettino dei naufragi”, scrivono da Melting Pot.

Da parte dell’Arci è giunta, invece, la richiesta di istituire una giornata di lutto nazionale in ricordo di quanti hanno perso la vita nel Mar Mediterraneo. Scrivono dall’organizzazione: “L’ipocrisia di una classe politica che in tutti questi anni non ha messo mano a una legislazione che criminalizza i migranti, non si occupa della loro sicurezza, non prende misure per garantire un’accoglienza dignitosa e ora si dice addolorata è diventata davvero intollerabile. Pensare che la risposta a simili tragedie stia in un ulteriore giro di vite della chiusura delle frontiere e della cosiddetta lotta all’immigrazione clandestina – come si sente dichiarare in queste ore – significa soltanto rafforzare irresponsabilmente le cause che le provocano. Chiediamo che in tutto il paese si proclami una giornata di lutto nazionale per ricordare e onorare come è giusto tutte queste persone che hanno perso la vita per fuggire da guerre e violenze e trovare ospitalità in un’Europa che ha blindato le proprie frontiere”.

A cavallo tra istituzioni e associazionismo si pone invece il sindaco di Lampedusa, Giusi Nicolini, accesa sostenitrice dei diritti di profughi e immigrati che ogni giorno vede sbarcare nell’isola di cui è amministratrice. “Venga a contare i morti con me”, ha detto Nicolini rivolgendosi indirettamente a Enrico Letta e chiedendo un intervento deciso sulla questione da parte di Unione Europea e Stato italiano.

Redazione online