Napolitano: critiche su legge di stabilità siano propositive

Giorgio Napolitano (Getty IMages)

Dopo le critiche e i malumori emersi nelle ultime ore sulla legge di stabilità, che hanno portato al clamoroso abbandono di Scelta Civica da parte di Mario Monti, mentre il viceministro dell’Economia del Pd Stefano Fassina minaccia le dimissioni per non essere stato coinvolto nella stesura del provvedimento dal ministro Saccomanni, è intervenuto il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Sulla Legge di stabilità “ho già ricordato come si possa avere un atteggiamento critico ma propositivo“, ha detto Napolitano in una videointervista trasmessa oggi al convegno dei Giovani imprenditori di Confindustria, in corso a Napoli. Occorre un atteggiamento che sia “consapevole di vincoli e condizionamenti oggettivi che non si possono aggirare“, ha sottolineato il Capo dello Stato, altrimenti la legge “non sarebbe una prova di coraggio ma una prova di incoscienza“. “Coraggio è una parola importante – ha sottolineato Napolitano – e si può prestare a vari usi perché esiste il coraggio facile (fare di più, non temere di fare di più) ma è retorico. Bisogna stare attenti – ha ammonito – a che non significhi coraggio non responsabile“.

Possiamo noi sottovalutare il fatto che l’Italia sia uscita dalla situazione in cui era di infrazione per deficit eccessivo, possiamo correre il rischio che ci ricaschi? Il governo dice di no e penso che sia una giusta preoccupazione”, ha continuato il Presidente della Repubblica. “Abbiamo superato momenti molto più complessi e drammatici di questo attuale – ha detto ancora Napolitano – supereremo anche questo momento di crisi. Occorre ricostruire un clima di fiducia. Bisogna in primo luogo che tutte le forze sociali, culturali, politiche del Paese sappiano di avere il dovere di dare fiducia in un’Italia che torni a crescere nel Nord e nel Sud, perché se crescesse solo al Nord l’Italia non andrebbe troppo avanti”.

Sulla legge di stabilità Napolitano ha aggiunto: “La questione non è tanto di vedere quanto si sia stanziato o se si dovesse o potesse stanziare di più” per ridurre il prelievo fiscale su imprese e lavoro. “Il problema è di vedere nell’insieme su quali risorse possiamo contare seriamente senza inventarci delle coperture fasulle“.

Redazione