
Dopo il corteo, con alcuni scontri abbastanza aspri all’altezza del Ministero dell’Economia, ma la cui gestione interna ha dimostrato una forte responsabilizzazione dell’antagonismo italiano, i dimostranti che ieri in decine di migliaia hanno attraversato Roma hanno montato le tende a Porta Pia, punto di arrivo della manifestazione per, scrivono questa mattina in un comunicato, dare “un contributo all’innesco di un processo sociale più generalizzato di partecipazione e riappropriazione”.
Gli organizzatori sono soddisfatti del successo della manifestazione e ora si rivolgono alla “città di Roma, anche quella che ieri non c’era”, perché li raggiunga a Porta Pia per dare il via a un momento di “discussione e rilancio del percorso”. I manifestanti individuano poi il riflesso positivo del corteo di ieri: “I numeri e la qualità della partecipazione alla giornata di mobilitazione del #19o mostrano che le strategie di panico non hanno funzionato. Il messaggio del terrore non ha tenuto la gente a casa”.
Ieri, a manifestazione appena conclusa, c’era stato l’annuncio del portavoce dei “blocchi precari metropolitani”, Paolo Di Vetta, tra i leader della protesta, che aveva spiegato: “Resteremo qui finché non ci verranno date risposte sulle nostre vertenze: i soldi delle grandi opere devono essere spostati su progetti di edilizia pubblica e gli sfratti devono essere bloccati”.
Per molti dei manifestanti ieri in piazza, la storia sembra essersi fermata al 15 ottobre di due anni fa, con i pesanti danneggiamenti messi in atto da gruppi organizzati con lo scopo preciso di sabotare il corteo e la “battaglia” di Piazza San Giovanni, dove si sarebbe sarebbe dovuta tenere l’accampata. Proprio dalla storica piazza della sinistra e del sindacato italiano, meta di tanti scioperi e di tanti cortei, i manifestanti hanno voluto far partire la protesta di ieri e ora sembrano decisi a non tornare indietro.
A Porta Pia, intanto, tra le tende è iniziata l’assemblea, alla quale partecipano movimenti sociali, collettivi studenteschi, centri sociali, movimenti civici e di lotta territoriale. E qualcuno su Facebook annuncia la propria volontà di esserci, sottolineando: “Tutti a Porta Pia. Meglio tardi che mai”.
Giuseppe Gabriele Mastroleo