Critiche della Corte dei Conti alla legge di stabilità: “Problemi di equità”

Raffaele Squitieri (Screenshot Youtube)

Dopo l’intervento dei sindacati confederali ieri, è toccato oggi al presidente designato della Corte dei conti, Raffaele Squitieri, tenere la propria audizione sulla legge di stabilità davanti alle commissioni Bilancio di Camera e Senato a palazzo Madama. Anche in questo caso, sono giunte critiche nei confronti delle scelte del governo Letta, in particolare rispetto alla riduzione del cuneo fiscale, che comporterebbe “evidenti problemi distributivi e di equità”.

Ha spiegato Squitieri, eletto appena una decina di giorni fa: “Oltre ai lavoratori autonomi, sono esclusi dal beneficio gli incapienti e i pensionati, ossia circa 25 milioni di soggetti che comprendono evidentemente anche le categorie in maggiori difficoltà economiche”. Preoccupazione inoltre rispetto a un probabile aumento della tassa sulla casa; Squitieri ha infatti sostenuto l’ipotesi di “inasprimenti che potrebbero canalizzarsi sul versante del patrimonio immobiliare e in particolare sulla Tasi, che moltiplica il suo peso (1 per mille sull’imponibile catastale ai fini Imu) rispetto a quello incorporato nella ‘vecchia’ Tares (30 centesimi di euro al mq) e che, lasciando ai Comuni la facolta di rideterminare l’aliquota, crea il presupposto di aumenti di prelievo da parte degli Enti locali con aliquota Imu inferiore al massimo previsto dalla legge”.

“E’ da valutare positivamente che in alcune direzioni strategiche il Governo abbia previsto interventi non privi di potenzialità rilevanti” – ha sottolineato ancora Squitieri – “Ma è necessario mantenere un solido filo conduttore nella strategia complessiva di politica economica e di finanza pubblica, rafforzando l’efficacia delle riforme e degli interventi avviati e concentrando su di essi le limitate risorse disponibili”.

Ha detto il presidente della Corte dei Conti: “Contrastare il declino del sistema produttivo rappresenta oggi l’emergenza nazionale sulla quale va concentrata e misurata la capacità di intervento”. Infine critiche ai nuovi aspetti normativi legati al pubblico impiego: “Le norme in materia di personale pubblico ripropongono una tipologia di interventi, basata sul blocco del turnover e sul rinvio die contratti, già ampiamente praticata. Si tratta di misure severe, che hanno dato un contributo rilevante al processo di risanamento della finanza pubblica ma che non sono replicabili all’infinito”.

Redazione online