Frank Matano, da “Lamentecontorta” a “Fuga di cervelli”: l’intervista

Locandina del film "Fuga di Cervelli"
Frank Matano, pseudonimo di Francesco Matano, è un conduttore televisivo, un attore e un video blogger che arriva al successo con “Lamentecontorta” grazie al suo canale youtube e ai suoi video che hanno totalizzato circa 100 milioni di click. Nel 2009, ha la sua prima esperienza televisiva con “Le Iene” e poi nel 2010 approda anche su Sky, con un programma dedicato agli scherzi telefonici. Nel 2012, invece, partecipa al video della canzone “Ragazzo inadeguato” di Max Pezzali, mentre nel 2013, fa il passo da gigante e arriva direttamente al cinema con “Fuga di cervelli”, remake del campione di incassi spagnolo “Fuga de Cerebros”, che segna il debutto alla regia di Paolo Ruffini. Vi presentiamo un’intervista a Frank Matano che ci parla del personaggio che interpreta nel film.

Come sei stato coinvolto in questo progetto?

Io e Paolo Ruffini non ci conoscevamo ma seguivamo con simpatia e interesse il lavoro dell’altro: io il suo di comico in tv e al cinema, lui le mie incursioni tv a “Le iene” e il mio di video blogger (con il suo canale YouTube ha raggiunto 80 milioni di visite n.d.r.). Tutto è partito da uno scherzo che stavo per portare a termine ai danni di Paolo Ruffini nel corso del programma tv “Le iene”: abbiamo familiarizzato e ci siamo scambiati i numeri di telefono promettendoci di rivederci. A distanza di circa un mese, Paolo mi ha ricontattato, ci siamo visti e mi ha parlato per la prima volta del film. Mi ha mandato il testo del provino via mail e due settimane dopo sono andato a sostenerlo convincendo per fortuna tutti, compreso in una fase successiva il produttore Maurizio Totti.

Che cosa succede in scena al tuo personaggio?

È un tipo molto accomodante, sempre divertito da tutto, energico “a mille”; ci tiene molto a divertirsi e a essere a suo agio con il suo gruppo a cui è molto legato, è uno “yes man” a cui sta bene sempre tutto, è sempre pronto ad aiutare gli amici, sembra uno stupido, ma ha un grande cuore. Ci sono diversi momenti del film in cui questa sua umanità viene fuori in modo evidente, ma la sua ingenuità non è inferiore alla sua bontà e al suo spirito benevolo. Col tempo finirà con lo scoprire qualcosa di se stesso, a partire dalla propria sessualità, ma non vivrà questa nuova consapevolezza come un problema, rimarrà sempre tranquillo e sereno continuando a navigare seguendo la corrente, felice di quello che gli succede e di stare in buona compagnia.

Frank Matano

Che rapporto si è creato con Paolo Ruffini, sul set e fuori?

Un rapporto stupendo, davvero raro. Ho conosciuto tante persone, nel lavoro e nella vita, ma mai una così bella; non lo dico perché lui è il regista del nostro film, sul set la sua presenza non si sentiva affatto, non era ingombrante, non faceva mai valere troppo il suo ruolo, non ti diceva mai perentoriamente di fare una o l’altra cosa ma di aiutarlo a farla chiedendo la collaborazione di tutti noi. Per me è stata una scoperta meravigliosa. Fare questo ha rappresentato un’esperienza incredibile, è nato un bellissimo rapporto di amicizia, dopo la fine delle riprese abbiamo continuato tutti a vederci spesso anche nella vita.

Come ti sei trovato con gli altri attori?

Per me si è trattato di una specie di lunga gita scolastica con i migliori amici, si è creato un gruppo fortissimo, conoscevo solo un po’ Guglielmo Scilla alias Willwoosh per le nostre rispettive esperienze sul web e tra noi non c’era una particolare confidenza, ma una volta che ci siamo trovati insieme è nata un’energia incredibile.

Ricordi qualche momento sul set particolarmente buffo?

Tantissimi, ma ce n’è stato uno in particolare per cui non riuscivo a pronunciare una battuta senza piangere dalle risate: dovevo guardare negli occhi il protagonista Luca Peracino e non ce la facevo a non scoppiare a ridere. Alla fine hanno usato un’inquadratura in cui ero di spalle, in modo che non si vedesse troppo quello che succedeva sulla mia faccia!

Frank Matano

Di che tipo di commedia si tratta secondo te?

Somiglia molto a certe commedie americane giovaniliste che conosco bene, avendo vissuto a lungo negli Stati Uniti per motivi familiari. Il nostro è molto vicino a quel genere di film anche per l’irriverenza strafottente che contraddistingue sia il film originale spagnolo che questo nostro remake. Ogni personaggio ha una sua evoluzione e una sua crescita, soprattutto nella seconda parte, quando viene adeguatamente messo in rilievo il fattore umano attraverso varie scene anche commoventi: il valore aggiunto che viene fuori dallo schermo è che si capisce quanto tutti noi fossimo davvero amici.

Intervista di Silvia Casini