
Ci ha lasciati ieri sera all’età di 89 anni il direttore della fotografia Marcello Gatti.
Gatti ha rappresentato per oltre cinquant’anni la creatività italiana esportando il suo talento all’estero collaborando con registi di calibro internazionale e partecipando ai più importanti festival del cinema: ha collaborato alla realizzazione di oltre 150 film, vincendo 5 Nastri d’argento tra i quali per la categoria in bianco e nero, “La battaglia di Algeri” 1967 e “Sierra Maestra” nel 1971, “Anonimo veneziano”, nel 1971 a colori e “Inganni” nel 1986.
E’ stato per due volte nominato agli Oscar con il film di Gillo Pontecorvo e “Le Quattro giornate di Napoli” di Nanny Loy.
Tra gli altri premi si ricordano anche la Palma d’oro a Cannes nel 1975 con “Chroniques des années de braise” di Mohammed Lakhdar-Hami.
Gatti esordisce sul piano ingternazionale con “la Battaglia d’Algeri” del 1966 che ottenne il Leone d’oro a Venezia e 3 nomination agli Oscar.
Ma viene notato già nel 1962 nella pellicola di “Le Quattro giornate di Napoli” di Nanni Loy, nominata agli Oscar. Con Pontecorvo girò “Queimada” nel 1969 e “Ogro” nel 1979.
Tra i registi con i quali ha collaborato si annoverano Roman Polanski per il film in italiano “What?”, del 1972 con Marcello Mastroianni, ma anche con Caro Lizzani e George Pan Cosmatos.
Per la televisione ha realizzato il “Mosè” con Burt Lancaster e ha collaborato in alcune serie della “Piovra”.
Gatti è stati sempre vicino agli ideali di sinistra: nel 1943, venne arrestato per aver deturpato un ritratto di Mussolini sui muri di Cinecittà e fu condannato a cinque anni di carcere, poi tramutati in confino; nel 1968 occupò il Centro Sperimentale di Cinematografia con altri personaggi del cinema italiano come Marco Bellocchio e Bernardo Bertolucci. Per molto temp è stato presidente dell’Associazione Italiana dei direttori della fotografia (Aic).
Redazione