
Papa Francesco ha celebrato i primi vespri di Avvento con gli universitari degli atenei romani, nella basilica vaticana e ha tenuto un discorso rivolto ai giovani nel quale li ha invitati a non temere le sfide: “Sapete cari giovani universitari che non si può vivere senza guardare le sfide, senza rispondere alle sfide: quello che non guarda le sfide, che non risponde alla sfide non vive. Per favore, non guardate la vita dal balcone, mischiatevi lì dove ci sono le sfide, la vita, lo sviluppo, la lotta per la dignità delle persone, la lotta contro la povertà, la lotta per i valori, e tante lotte che troviamo ogni giorno”.
Il Papa ha poi sottolineato come la “collaborazione attiva e coraggiosa” dei giovani che con la loro “volontà e capacità” può renderli “non spettatori, ma protagonisti degli accadimenti contemporanei”.
In tal senso, il Santo Padre ha invitato i giovani a combattere la “mediocrità e la noia” e a “non lasciarsi imprigionare dal pensiero debole e dal pensiero uniforme, nè da una globalizzazione intesa come omologazione”.
Il Santo padre ha spiegato che il “modello da seguire”, non è “la sfera, in cui è livellata ogni sporgenza e scompare ogni differenza” ma quello del “poliedro che include una molteplicità di elementi e rispetta l’unità nella varietà”.
“Il pensiero è fecondo quando è espressione di una mente aperta, che discerne, sempre illuminata dalla verità, dal bene e dalla bellezza: se non vi lascerete condizionare dall’opinione dominante, ma rimarrete fedeli ai principi etici e religiosi cristiani, troverete il coraggio di andare anche contro-corrente. La pluralità di pensiero e di individualità riflette la multiforme sapienza di Dio quando si accosta alla verità con onestà e rigore intellettuale, così che ognuno può essere un dono a beneficio di tutti”, ha proseguito il Papa che ha poi ricordato che “nel vivere coerentemente con il Vangelo, può essere di aiuto la bella testimonianza del beato Pier Giorgio Frassati, il quale diceva: Vivere senza una fede, senza un patrimonio da difendere, senza sostenere in una lotta continua la verità, non è vivere ma vivacchiare. Noi non dobbiamo mai vivacchiare, ma vivere”.
Come riporta l’Ansa, al termine dei vespri, l’icona di Maria Sedes Sapientiae è stata consegnata dagli universitari brasiliani, – che l’avevano custodita per la celebrazione della Gmg di Rio durante l’anno della fede – a una delegazione di universitari francesi.
Redazione