
Lunedì scorso i miliziani jihadisti che combattono contro il regime di Bashar Al Assad in Siria hanno fatto irruzione nel convento di Santa Tecla, nel villaggio cristiano di Maalula, a 60 chilometri da Damasco, e hanno preso in ostaggio 5 suore e non dodici come inizialmente era stato ipotizzato. Tra queste la madre superiora e altre quattro religiose, siriane e libanesi e che secondo le informazioni sono state poi portate a Yabrud, 20 chilometri a Nord, in una zona sotto il controllo dei ribelli.
Second quanto riferiscono le agenzie il gruppo miliziano del Fronte al-Nusra, affiliato ad al-Qaeda in Siria potrebbe aver voluto effettuare uno sgombero forzato dal convento greco-ortodosso che già in precedenza era stato occupato dai miliziani.
Sul piano internazionale, la Francia si è detta “molto preoccupata per il rapimento”: “Se ciò fosse vero, chiediamo che possano ottenere la libertà immediatamente” ha dichiarato il portavoce del ministero degli Esteri francese, Romain Nadal che ha poi lanciato un appello affinché siano rispettati “i luoghi di culto e delle istituzioni religiose in Siria”.
Al momento non si hanno ancora notizie sul destino delle religiose e ieri, l’ambasciatore palestinese in Spagna, Musa Amer Odeh, ha annunciato di offrirsi in ostaggio in cambio delle religiose sequestrate: “Come ambasciatore palestinese, che rappresenta la Terra Santa, sono disposto a recarmi in Siria per essere scambiato con i sequestrati e anche a sacrificare la mia vita per le suore, fra le quali la madre superiore Pelagia Sayaf e due monache, Yohanna Ibrahim e Bulos Yaziri, già sequestrate in precedenza”, ha detto Odeh che ha poi fatto appello “a rispettare l’integrità e la vita” delle religiose.
Questa mattina, Papa Francesco nell’udienza generale del mercoledì, ha ricordato il rapimento delle suore sottolineando di preghare per le sorelle e per tutte le persone sequestrate a causa del conflitto: “Continuamo a pregare e ad operare per la pace” ha detto il Santo Padre.
Mentre sempre ieri Gregorio III Laham, patriarca melchita di Antiochia e di tutto l’Oriente, con sede a Damasco ha dichiarato che “siamo decisi a rimanere in questa terra benedetta anche a costo del martirio e del martirio di sangue. E’ già avvenuto per alcuni dei nostri fedeli, come i tre uomini di Maalula, Michael Taalab, Antonios Taalab e Sarkis Zakhem. Costoro sono veri martiri, uccisi per essersi rifiutati di rinnegare la loro fede”. Il patriarca, come riporta radiovaticana, ha anche espresso forti preoccupazioni per la nuova invasione del villaggio cristiano di Maalula.
Come riporta articolo21.it citando perlapace.it, in Siria altri religiosi cristiani sono ancora in ostaggio dei miliziani: tra questi il padre gesuita italiano Paolo Dall’Oglio rapito alla fine del mese di luglio 2013 a Raqqah, nel nord, dai qaedisti dello “Stato islamico dell’Iraq e del Levante”, e due vescovi ortodossi rapiti in aprile tra Aleppo e Idlib e dei quali non si hanno più notizie.
Secondo le informazioni, la città di Maalula era stata occupata dai miliziani nel mese di settembre ma poi i miliziani sono stati confinati dall’esercito siriano nell’area al confine tra il Libano e la Siria. Con questo attacco e rapimento, si rivela l’ipotesi che la città sia stata di nuovo occupata dalle milizie in quanto numerosi filmati, pubblicati anche su youtube, mostrano la città deserta.
Redazione
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