
In un articolo shock pubblicato ieri, il New York Times ha denunciato i costi elevatissimi in cui incorre chi negli USA chiama un’ambulanza perché necessita di un intervento di soccorso medico. Nell’articolo si racconta la storia di Kira Milas, una ventitreenne che all’epoca in cui si sono svolti i fatti lavorava come istruttrice di nuovo in una piscina ed ha subito un infortunio sbattendo i denti sul bordo. Kira si è trovata a dover chiamare l’ambulanza, nonostante la sua situazione non fosse emergenziale, per essere trasportata in ospedale e curata. Una settimana dopo l’incidente, Kira Milas si è vista recapitare per posta una richiesta di pagamento pari a 1.772.42 dollari per il servizio di cui aveva usufruito.
La ragazza non aveva subito un trasporto d’urgenza perché le sue condizioni non erano gravi e il percorso coperto è stato di circa 15 km.
Nel suo caso l’ingente cifra è stata pagata dai datori di lavoro, dato che il suo contratto prevedeva la copertura di eventuali spese mediche, ma Kira è lo stesso rimasta particolarmente colpita dall’ammontare della cifra richiesta ed ha voluto far sapere la cosa al New York Times.
Secondo le ricerche effettuate dai giornalisti in seguito alla denuncia della giovane, sarebbero sempre di più, negli USA i cittadini che, chiamando un soccorso, si trovano a dover pagare la parcella sborsando i soldi di tasca loro perché non hanno un lavoro che garantisce la copertura a livello sanitario o non hanno un lavoro in assoluto.
Dal canto loro i servizi sanitari, si sa, in America sono oramai divenuti vere e proprie attività di business, lontani come sono dal modello di sistema pubblico al quale siamo abituati in Italia. Non tutte le ambulanze, certo, sono riferibili a compagnie che non hanno i costi coperti da parte delle amministrazioni o da volontari, ma la situazione è sensibilmente peggiorata da trent’anni fa, quando gli USA godevano di un sistema sanitario finanziato dallo Stato che permetteva almeno alle ambulanze di non dover richiede un cospicuo rimborso da parte dei cittadini.
Redazione online