
“Le dichiarazioni di Grispino Domenico sono di sua stretta responsabilità personale: esprimo il mio rammarico per quanto detto, me ne dissocio completamente, sottolineando che ogni mia scelta politica e personale è avvenuta ed avviene in completa autonomia e libertà nel rispetto di tutti”, così il ministro per l’Integrazione Cècile Kyenge ha commentato l’intervista rilasciata da suo marito, Domenico, al quotidiano Libero, nella quale ha criticato a tutto campo il Pd definendolo “una macchina per fare soldi”.
“L’addetto stampa di mia moglie le è stato imposto dal partito. Il Pd piazza in giro tutti quelli che non riesce a mantenere. Il partito le diceva dove andare a parlare e lei andava. Ma a spese proprie. Per i tre mesi di campagna ho investito io quasi duemila euro perché in giro non raccoglieva niente”, ha dichiarato il signor Grispino che si spinge fino a dire che suo moglie è stata “riccattata” dal Partito Democratico.
“Le hanno fatto fimare un accordo molto generico per presunte spese elettorali con cui lei si impegna dopo l’elezione a versare al Pd 34 mila euro. Il Pd non le ha dato niente. C’era il fumus del ricatto. Il Pd è una macchina da soldi”, spiega il marito della Kyenge che poi parla di sua moglie: “Non ha capacità gestionali. Da qualche giorno parlava di Dico, unioni di fatto, e questo non è piaciuto ai cattolici del partito”.
Parlando del Pd, Grispino aggiunge: “Li ho votati solo perché hanno candidato mia moglie. Le sembra un partito di sinistra quello? Matteo Renzi le sembra un politico di sinistra? Per favore”.
Redazione