
Una clamorosa operazione anticamorra è stata portata a termine oggi dagli agenti del Commissariato di polizia di Cassino, in provincia di Frosinone, che hanno dato esecuzione a 18 provvedimenti cautelari, di cui 13 di custodia in carcere, nei confronti di persone gravemente indiziate, a vario titolo, di associazione di stampo camorristico, estorsioni, usura e intestazione fittizia di beni, che operavano tra l’area della Ciociaria e la provincia di Caserta.
Tra gli arrestati, c’è anche Antonella D’Agostino, prima amica di infanzia e in anni recenti moglie di Renato Vallanzasca, uno dei più noti criminali italiani, che negli anni Settanta mise a segno numerosi colpi e diversi sequestri, venendo più volte arrestato, ma riuscendo anche in diverse occasioni a rendersi protagonista di diversi tentativi di evasione. Secondo l’accusa, la signora Vallanzasca avrebbe avuto un ruolo di intermediazione in un’operazione di acquisizione di un hotel a Mondragone e in alcune vicende usuraie.
La moglie di Vallanzasca sarebbe ritenuta legata ai vertici del clan mondragonese dei La Torre, come anche ad alcuni esponenti del clan Esposito. Coinvolto nell’inchiesta risulterebbe anche il “bel René” – questo uno dei soprannomi del bandito milanese – che sebbene detenuto in carcere avrebbe continuato a mantenere rapporti con ambienti criminali. Per tutti gli arrestati, l’accusa è aggravata dall’art. 416 bis codice penale, riguardante associazione a delinquere di stampo mafioso.
Antonella D’Agostino, in passato, aveva in più occasioni lanciato appelli a favore del marito; in un’intervista a un portale di cronaca locale lombardo, aveva spiegato: “Mio marito ha scontato vent’anni di carcere duro, in isolamento. Renato è entrato in carcere nel 1972, sono passati 40 anni e da due anni può uscire di giorno per lavorare. Ripeto lavorare, non andare a divertirsi e la sera torna dietro le sbarre. Non ha pagato abbastanza? Non può avere un po’ di normalità?”.
Redazione online