Conferenza Green economy: aree protette come valore per uscire dalla crisi

Parco nazionale Gran Paradiso (screenshot youtube)

Si è aperta nell’Aula magna della Sapienza di Roma, la conferenza “La Natura dell’Italia, Biodiversità e Aree protette. La green economy per il rilancio del Paese” promossa dal ministero dell’Ambiente con il contributo di Federparchi, Unioncamere e Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile con l’obiettivo di puntare al rilancio dell’economia italiana proponendo un nuovo modello di sviluppo che faccia dell’immenso capitale naturale che caratterizza il nostro Paese, dalle aree protette all’agricoltura, ai prodotti tipici, all’artigianato di qualita’, un volano di crescita sostenibile.

Per domani sono attesi il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, ma anche i presidenti di Camera e Senato Laura Boldrini e Pietro Grasso ma anche il presidente del Consiglio Enrico Letta e otto ministri che si confronteranno sulle possibilità di uscire dalla crisi valorizzando il capitale naturale del Paese.

La conferenza si è incentrata sul tema dei parchi e le aree protette come aree di innovazione economica: quelli nazionali hanno dati economici doppi rispetto alle aree geografiche simili e nelle imprese – trainate dall’agricoltura e il turismo – lavorano più giovani e donne.

Secondo i dati del 2011-2012 raccolti ed elaborati da Federparchi, nei parchi nazionali e regionali le aree protette in Italia conservano il 17% degli insediamenti produttivi nazionali, registrando 82.000 posti di lavoro collegati all’attività dei parchi.

Un settore che che nel 2011 ha prodotto 34,6 miliard. Numeri in crescita dall’inizio del nuovo millenio: tra il 2000 e il 2011 si registra un aumento del 12,7% degli insediamenti produttivi a fronte dell’1,9% della media italiana e del 6,7% di aree socioeconomiche.
Sono oltre 756 mila le imprese attive nelle aree protette nazionali e regionali. Sul fronte dell’innovazione, non solo di promozione turistica e accoglienza, solo nel solo settore agricolo, il 38% delle imprese che risiedono nelle aree protette e hanno ridotto l’impiego di energia e/o di acqua per unità di prodotto negli ultimi 3 anni; 1.100 imprese (8%) hanno utilizzato energia da fonti rinnovabili negli ultimi tre anni e 1.800 imprese (14%) investiranno in tecnologie ambientali nei prossimi tre. I parchi infine costituiscono una partita in attivo per lo Stato.

Un settore che per il ministro dell’Ambiente Andrea Orlando cruciale per la crescita: non solo per l’introito che corrisponde al 10,6% dell’economia nazionale ma anche e soprattutto per “i 3,7 milioni di lavori green che potrebbero essere attivati” e che si uniscono ai tre milioni di lavori nel settore già esistenti.
“La natura dell’Italia è un’unicità che va protetta e valorizzata in sé. Investirci è però un doppio dovere: significa, anche, ridurre i danni del dissesto idrogeologico e favorire un modello di sviluppo sostenibile”, ha sottolineato il ministro ricordando che al momento sono 328 mila le “imprese che investono in tecnologie green per ridurre l’impatto ambientale e risparmiare energia”.
Un settore in crescita anche per l’occupazione considerando che nel 2013 ha registrato 52 mila assunzioni. Un modello che per il ministro potrà rilanciare anche il settore edile, dove “con i vincoli al consumo del suolo che diventeranno presto legge”.

“La Conferenza sarà un’occasione per avviare il piu’ grande e ricco confronto nazionale, mai tenuto prima d’ora in Italia, tra istituzioni, esperti, operatori per conoscere e discutere le politiche per la valorizzazione della biodiversità, l’attuazione degli indirizzi comunitari, le migliori pratiche finora sviluppate. La presenza del capo dello Stato, cui va il mio personale ringraziamento, del presidente del Consiglio, di molti ministri e di un eccezionale parterre di ospiti è la dimostrazione che la natura dell’Italia è un tema su cui lo Stato vuole intraprendere una sfida decisiva per il futuro”, ha detto Orlando.

Redazione