
Il Presidente del Consiglio Enrico Letta si è presentato questa mattina alla Camera dei Deputati per chiedere la nuova fiducia al suo governo, dopo l’uscita di Forza Italia dalla maggioranza. “Sono qui a chiedere la fiducia per un nuovo inizio“, ha esordito il Presidente del Consiglio, mantenendo fermo il suo programma di governo sulla linea europeista. “Senza Europa si torna al Medioevo”, ha ammonito Letta, tornando ad insistere sulle riforme necessarie per un’Europa più unita, che faccia di più per la crescita economica e l’occupazione e si avvi definitivamente verso l’unione bancaria. Un avvertimento il premier l’ha voluto lanciare anche alla Germania, ricordando che anche Berlino rischia se non si prendono misure efficaci per contrastare le difficoltà economiche in corso. Letta ha inoltre sottolineato la necessità di un’Europa non solo economica, ma dei diritti. Con una dura presa di posizione il Presidente del Consiglio ha invitato i populisti anti-europeisti a non votare la fiducia al suo governo.
Il premier è tornato a parlare dell’impegno per l’occupazione giovanile e femminile, così come di quella di coloro che sono usciti dal mercato del lavoro e fanno fatica a rientrarvi. Ha riconosciuto i gravi problemi del Paese, come la povertà, che è in aumento a causa.
“Ho la determinazione a lottare con tutto me stesso per evitare di rigettare nel caos tutto il Paese proprio quando sta rialzandosi“, ha promesso il premier nel suo discorso. “L’Italia è pronta a ripartire e è nostro obbligo generazionale”.
Non è mancato il duro attacco a Grillo, dopo le pesanti dichiarazioni di ieri del fondatore del Movimento 5 Stelle, quando ha invitato le forze dell’ordine a non proteggere più i politici, cavalcando la protesta dei Forconi in corso. Letta ha ammonito che “le istituzioni esigono sempre rispetto e a maggior ragione in un tempo amaro in cui si tenta di immiserire questa aula con azioni e parole illegittime figlie di una politica illegittima che avalla la violenza, mette all’indice i giornalisti e vuole fare macerie della democrazia rappresentativa, arriva ad incitare all’insubordinazione le forze dell’ordine”. Il premier ha invece ribadito la ”fedeltà indiscussa” ai valori repubblicani delle forze dell’ordine.
“Il 2 ottobre (nel corso del precedente voto di fiducia, ndr) a dispetto del voto finale mi sono rivolto a una nuova maggioranza politica, meno larga ma più coesa negli intenti”, ha continuato Letta. “Oggi ciò che chiedo è di confermare quella fiducia per segnare anche una discontinuità e segnare bene un prima e un dopo”, ha spiegato.
“Rivendico la positività del governo nei primi sei mesi, nei quali ho lavorato con con dedizione nonostante aut aut e minacce da cui ho cercato di tenere il governo al riparo – ha affermato Letta -. Un governo che dalla contrapposizione tossica tra nemici passa alla collaborazione sana tra avversari per archiviare un ventennio sprecato“.
“La trasformazione politica in questi ultimi 7 mesi è la più radicale di tutta la II Repubblica – ha osservato il premier -. C’è un prima e un dopo e poi una storia da scrivere. Lo può e lo deve fare il Parlamento pena la condanna alla paralisi. Oggi – ha aggiunto – la coalizione è diversa ma più coesa e nelle prossime settimane proporrò un patto di governo per il 2014 che chiamerò da oggi ‘impegno 2014’“.
Letta è tornato sul programma di riforme istituzionali già annunciato dal suo governo: “Il grande obiettivo entro il quadro tempistico dei 18 mesi è di avere istituzioni che funzionino e una democrazia più forte e più solida“. Quindi ha ribadito l’intenzione di abolire le province in Costituzione. Sulle riforme costituzionali, ha spiegato il premier “ci sarà una discussione aperta con tutte le forze di maggioranza” e si partirà dal lavoro del comitato dei saggi. Ma il premier ha chiesto al Parlamento seguire le procedure dell’art.138, archiviando in questo modo la contestata procedura speciale di revisione da affidare ai saggi. “Chi farà saltare il banco – ha avvertito – ne risponderà ai cittadini che con referendum saranno comunque chiamati a valutare la riforma che ci farà scrollare di dosso l’immagine di un paese barocco”. Letta ha quindi invitato parlamento e governo a lavorare insieme per una legge elettorale che non sia punitiva per gli altri, sottolineando che si deve “evitare l’eccesso di frazionamento che ci condannerebbe all’ingovernabilità e garantire una democrazia dell’alternanza. L’obiettivo è un meccanismo maggioritario” ha ricordato.
Riguardo al finanziamento pubblico dei partiti , Letta ha detto di volere “completare definitivamente” il percorso per l’abolizione “entro l’anno con tutti gli strumenti a disposizione”.
Tra i punti fondamentali dell’azione di governo, Letta ha annunciato l’innovazione tecnologica e le privatizzazioni, che non significa svendere le aziende di Stato, ha precisato. ”Bisogna creare un clima favorevole agli investimenti– ha sollecitato – sburocratizzando, semplificando e riformando anche la giustizia civile”. “Nel 2014 – ha continuato il premier – completeremo riforma degli ammortizzatori sociali, in un clima di dialogo sociale, andando verso un sistema che privilegi il lavoratore rispetto al posto di lavoro”. Mentre “per la riduzione del costo del lavoro abbiamo cominciato con la legge di stabilità e qui alla Camera abbiamo deciso l’automatismo, per cui i proventi della revisione della spesa e del ritorno dei capitali dall’estero vanno nella riduzione del costo del lavoro e lo inseriremo dopo il confronto con le parti sociali”, ha assicurato.
“Oggi più che mai l’Italia ha bisogno di competenza e di passione”, ha incalzato Letta. “Non permetteremo che l’Italia sprofondi di nuovo”, ha concluso il suo discorso.
Il voto di fiducia alla Camera è previsto dopo le 14. Quindi si passerà al Senato.
Redazione