Siria, rapporto Onu: armi chimiche utilizzate almeno in cinque località

Soldati Un sul luogo dei bombardamenti ad Al Ghouta, Siria (Getty image)

Sono stati diffusi i primi parziali dati del rapporto finale delle Nazioni Unite sulle armi chimiche in Siria nel quale si evidenzia che ci sono probabili prove dell’utilizzo dei gas in 5 dei 7 casi analizzati dagli esperti Onu: l’impiego di armi chimiche è stato confermato a largo scale e accertato nelle località di Al Ghouta, Khan al Assal, Jobar, Saraqueb e Ashrafieh Sahnaya, mentre non è stato possibile raccogliere prove credibili per Bahhariyeh e Cheikh Maqsoud.

Il rapporto afferma che ad Al Ghouta, una roccaforte situata ad est di Damasco, è stato riscontrato l’uso di armi chimiche “su relativamente larga scala nei confronti dei civili, tra cui bambini”.

Tuttavia, nel rapporto emerge che in alcuni degli episodi, non sono stabiliti collegamenti diretti tra l’attacco, il sito e le vittime.
Sebbene sia stato accertato l’impiego di armi chimiche il rapporto non indica chi le abbia usate: “La missione delle Nazioni unite conclude che le armi chimiche sono state usate nel conflitto in corso tra le parti in Siria”, afferma il rapporto.

RIFUGIATI DENUNCIA DI AMNESTY – Sempre oggi, l’ong Amnesty International ha criticato alcuni paesi europei per la scarsa accoglienza riservata ai rifugiati siriani che sfuggono ai combattimenti tra il regime di Bashar al Assad e le forze ribelli.
Secondo Amnesty solo 10 Paesi dell’Ue hanno offerto ufficialmente un posto in cui vivere ai rifugiati e in totale sono 12 mila siriani accolti in Ue.
Amnesty ha duramente criticato non solo il governo inglese che avrebbe donato solo 500 milioni di sterline e recentemente interrotti ma anche il governo italiano.

Secondo Amnesty il paese europeo più accogliente è la Svezia che ha dato rifugio a 14 mila siriani, mentre i paesi che hanno più rifugiati sono Libano, Giordania e Turchia.
La Bulgaria ha ricevuto 6 mila persone e ha chiesto aiuti economici a Bruxelles, mentre la Germania ha riallocato 1.000 persone e ha in programma di ammetterne all’interno dei propri confini altre 9 mila.
Numeri molto bassi per la Francia che ha promesso di aprire 500 posti ufficiali agli immigrati e la Spagna 30.
Amnesty sottolinea che l’apporto dell’Unione europea ha “miseramente fallito” nel suo intento di provvedere accesso a un luogo sicuro ai siriani e sollecita le istituzioni Ue di cambiare le politiche sull’immigrazione e fornire sostegno ad almeno 30 mila rifugiati entro la fine del 2014.

Redazione