
Il presidente del Consiglio Enrico Letta è intervenuto all’Assemblea del Partito Democratico che si svolge al centro congressi della fiera di Milano per la ratifica di Matteo Renzi alla Segreteria del Pd che da poco è salito sul palco per intervenire davanti all’Assemblea dopo una breve pausa dall’intervento di Guigliemo Epifani.
Renzi, formalmente proclamato segretario all’Assemblea del Pd stha esordito ribadendo la necessità di tenere unito il partito: “Per quanto mi riguarda credo che la correttezza delle relazioni è fondamentale, quello che penso io lo dico in faccia e l’unico modo per uccidere i retroscenisti è utilizzare lo stesso linguaggio fuori e dentro. Al centro non c’è il destino personale di uno o dell’altro, abbiamo sulle spalle la responsabilità dell’Italia. Quando penso che ci sono i retroscenisti io preferisco essere franco. La nostra difficoltà di oggi è una sfida nella quale dobbiamo portare fuori l’Italia da una crisi. Avremo molte cose da fare, ma sarà bello se manterenno una relazione fondata sulla consapevolezza che si può sbagliare, che si può migliorare e che siamo ribelli: dal Che Guevara ai ribelli di oggi. Sono i ribelli per amore e ciascuno di noi ci riconosciamo anche in Mandela. Ma l’essere ribelli è anche di fronte a noi stessi: se si rifiuta la cultura della superficialità, se ci allontaniamo dalla logicia declinista, se si ha il coraggio di parlare. Siamo ribelli se ognuno di noi nel suo piccolo cambia la realtà. Per me l’elezione alla segreteria non è un punto di arrivo ma di partenza per cambiare”.
“La nostra campagna è stata leale e la richiesta a Gianni Cuperlo è nella direzione del partito unito, riconoscendo le forze degli altri. Il motto dei Negrita resta speciale non ti buttare via è valido oggi”, sostiene Renzi.
Il premier ha tenuto un discorso in cui ha sottolineato che dall’unità del partito regge l’uscita del paese dalla crisi. La scelta di Renzi a Gianni Cuperlo alla presidenze del partito mostra l’intento di promuovere un’unità del partito. Se siamo uniti non ci batterà nessuno”, ha poi ribadito Letta.
Nel suo intervento il premier ha parlato oltre che della riforma elettorale, dei problemi che affliggono il paese come quello dell’occupazione, definendo il Pd come pilastro della Democrazia italiana: “Dalla forza e dalla centralità e dalla resistenza del Pd saremo in grado di ricostruire la democrazia italiana che è duramente attaccata e in forte difficoltà, a partire dalle riforme istituzionali e dalla legge elettorale”.
Letta ha difeso l’operato del Governo sul finanziamento pubblico ai partiti ma ha anche ricordato le recenti proteste che si sono sollevate con il Movimento 9 dicembre e quello dei Forconi sottolineando “a tutti quelli che stanno lisciando queste proteste voglio ricordare chi sono i capi di queste proteste: è gente che sta da un’altra parte rispetto a tutti i valori”. Letta ha ricordato la battaglia all’antisemitismo e ha anche citato Casa Pound.
Dopo Letta è intervenuto Guiglielmo Epifani che ha ripercorso le vicissitudini che hanno investito il quadro della politica italiana nell’utlimo anno: “La desillusione per non avercela fatta alle elezioni, le difficoltà per le elezioni del presidente della Repubblica. Ma lentamente siamo risaliti. La difesa del principio di legalità e la giustizia deve essere uguale per tutti. Siamo arrivati fino alla decadenza di Silvio Berlusconi inteso come atto di giusitizia. Infine la rottura e divisione del centro destra. Durante questi mesi, il nostro partito è rifiorito nelle grandi e piccole città. Domenica scorsa siamo rimasti tutti stupiti in quanto nessuno immaginava il numero dei tanti che sono andati a votare e che voglio ringraziare: è stata una campagna seria dei nostri candidati. L’aspetto più insidioso della crisi è che ha aumentato le disuguaglianza. Oggi la comunità è consapevole che ci può essere cambiamento e solo noi siamo in grado di poterlo fare. Il Pd è un partito forte memore del passato”.
Epifani ha sostenuto come il Pd intende promuovere “non l’antipolitica, ma una politica più sobria”.
Redazione