L’Istat ha diffuso gli ultimi dati sugli indici di povertà in Italia dai quali emerge che nel 2012 il 29,9% delle persone residenti in Italia è a rischio di povertà o esclusione sociale, in base agli indici adottati nell’ambito della strategia Europa 2020.
Secondo l’Istat, l’indicatore è cresciuto di 1,7 punti rispetto al 2011 ed è di 5,1 punti percentuali più elevato rispetto a quello medio europeo (pari al 24,8%).
L’Istat ha sottolineato che l’indice di povertà considera redditi 2011, la severa deprivazione materiale e la bassa intensità di lavoro.
Nel 2012, si delinea la diffusione della “severa deprivazione” superiore alla media europea (9,9%): infatti sono aumentati gli individui che non si possono permettere una settimana di ferie (dal 46,7% al 50,8%), di riscaldare adeguatamente casa (dal 18,0% al 21,2%), sostenere spese impreviste di 800 euro (dal 38,6% al 42,5%) o un pasto proteico adeguato ogni due giorni (dal 12,4% al 16,8%).
In merito al reditto, nel 2011 la metà delle famiglie residenti in Italia ha percepito un reddito netto non superiore a 24.634 euro l’anno (circa 2.053 al mese).
Una media inferiore invece se si considera solo il Sud e le Isole dove il 50% delle famiglie percepisce meno di 20.129 euro (circa 1.677 euro mensili).
Il reddito mediano delle famiglie, che vivono nel Mezzogiorno é pari al 73% di quello delle famiglie residenti al Nord; per il Centro il valore sale al 96%.
Inoltre, l’indagine dell’Istat ha evidenziato che il 20% più ricco delle famiglie residenti in Italia percepisce il 37,5% del reddito totale, mentre al 20% più povero spetta l’8%.
Per quanto riguarda il rischio di povertà o esclusione sociale, è molto più significativo per le famiglie numerose (39,5%) o monoreddito (48,3%).
Per quanto riguarda l’aumento di povertà, tra il 2011 e il 2012, si registra una crescita tra gli anziani soli (dal 34,8% al 38,0%), i monogenitori (dal 39,4% al 41,7%), le famiglie con tre o più figli (dal 39,8% al 48,3%).
Il Codacons ha definito sconcertati questi dati, in particolare quelli secondo i quali il 50,8% delle famiglie non può permettersi una settimana di ferie o che il 16,8% non può permettersi un pasto proteico adeguato ogni due giorni. Per il Codacons questi dati dimostrano che l’Italia è tornata come nel Dopoguerra.
Una realtà che pretende delle risposte non solo dal Governo ma anche dalle politiche europee a cominicare dall’Unione monetaria che non è mai stata completata e che si riflette in maniera marcata sulle disuguaglianze sociali e salariali.
Redazione