
Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha inviato oggi un messaggio ai presidenti del Senato e della Camera, Pietro Grasso e Laura Boldrini, per “riproporre alla vostra attenzione la necessità di verificare con il massimo rigore l’ammissibilità degli emendamenti ai disegni di legge di conversione”. Il Capo dello Stato ha portato all’attenzione i richiami “alla necessità di rispettare i principi relativi alle caratteristiche e ai contenuti dei provvedimenti di urgenza stabiliti dall’articolo 77 della Costituzione e dalla legge di attuazione costituzionale n. 400 del 1988” formulati sia da egli stesso che dal suo precedessore al Quirinale Carlo Azeglio Ciampi.
In particolare, Napolitano ha citato la sentenza n. 22 del 2012 della Corte Costituzionale, la quale ha evidenziato che “l’inserimento di norme eterogenee rispetto all’oggetto o alle finalità del decreto spezza il legame logico-giuridico tra la valutazione fatta dal Governo dell’urgenza del provvedere e i provvedimenti provvisori con forza di legge”. Al contempo, “la necessaria omogeneità del decreto legge deve essere osservata anche dalla legge di conversione”.
Proprio sulla base di quella lettera, il Capo dello Stato ha ricordato di aver “inviato ai Presidenti pro-tempore delle Camere una lettera nella quale avvertivo che di fronte all’abnormità dell’esito del procedimento di conversione non avrei più potuto rinunciare ad avvalermi della facoltà di rinvio, pur nella consapevolezza che ciò avrebbe potuto comportare la decadenza dell’intero decreto legge, non disponendo della facoltà di rinvio parziale. Esprimevo inoltre l’avviso che in tal caso fosse possibile una parziale reiterazione che tenesse conto dei motivi posti alla base della richiesta di riesame”.
Conclude Napolitano: “Rinnovo pertanto nello stesso spirito di collaborazione istituzionale l’invito contenuto in quella lettera ad attenersi, nel valutare l’ammissibilità degli emendamenti riferiti ai decreti legge, a criteri di stretta attinenza allo specifico oggetto degli stessi e alle relative finalità, anche adottando – se ritenuto necessario – le opportune modifiche dei regolamenti parlamentari”.
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