
Le Pussy Riot Maria Alyokhina e Nadezhda Tolokonnikova hanno tenuto oggi una conferenza stampa, la prima dopo la concessione dell’amnistia da parte del presidente russo Vladimir Putin, nel corso della quale sono tornare a lanciare la loro sfida ai vertici del Cremlino: “Vogliamo continuare a fare ciò per cui siamo finite in prigione. Vogliamo come prima cosa cacciare il presidente russo Vladimir Putin”. La concessione dell’amnistia è vista dalle due attiviste come una trovata pubblicitaria, che ha l’obiettivo di migliorare l’immagine della Russia in vista delle Olimpiadi invernali di Sochi, in programma il prossimo anno.
Nel mirino delle due Pussy Riot anche la Chiesa ortodossa, con la quale avevano già “polemizzato”, esibendosi nell’ormai nota performance a Cristo Salvatore, a Mosca, che nel febbraio 2012 cagionò il loro arresto; poi l’apertura all’ex oligarca Mikhail Khodorkovski, anch’egli beneficiario dell’amnistia, provvedimento concesso nelle scorse ore anche ai trenta attivisti di Greenpeace, tra cui l’italiano Christian D’Alessandro. “Per noi Khodorkovsky è importante come personalità, in ogni caso non si tratterebbe di una cooperazione finanziaria, ma piuttosto ideologica e concettuale”, hanno spiegato le due attiviste, concludendo poi: “Se vogliamo che esista una società, e non una massa di persone, dobbiamo ricordarci che è necessario svegliare l’interesse delle persone”.
Redazione online