Stamina, l’ultima sfida di Vannoni: “Porterò i miei malati all’estero”

Davide Vannoni (FILIPPO MONTEFORTE/AFP/Getty Images)

Prosegue il dibattito sul metodo Stamina, con una nuova sfida lanciata dal “padre” della presunta cura a base di staminali, Davide Vannoni, il quale nel corso di un’intervista a ‘Repubblica’ ha spiegato: “Abbiamo individuato una clinica a Capo Verde, attualmente inutilizzata. È già stata costituita una cooperativa di pazienti, senza fini di lucro, massimo una quota a testa. Queste persone apriranno un laboratorio con i loro soldi, pagheranno gli stipendi ai nostri biologi e noi le cureremo. Per la sanità sarà una vera rivoluzione, un’innovazione mondiale”.

Vannoni e suoi pazienti dunque stanno preparando la “fuga”, perché si sentono “certamente vittime della lobby dei farmaci, della burocrazia e della politica. Tutto sulla pelle di chi sta morendo”. Il presidente di Stamina Foundation ha poi replicato alle accuse riguardanti un paziente morto a Trieste e curato con il contestato metodo: “Quella persona è morta di polmonite dopo essere stata costretta ad interrompere le cure, mentre i suoi familiari ci imploravano di proseguire. Associazione a delinquere? Con due direttori sanitari e venti medici dalla nostra parte?Per favore, non scherziamo”.

Respinte anche le accuse di arricchirsi alle spalle dei malati: “Se avessi fiutato il business, avrei portato i malati in Ucraina senza mettermi in tutti questi guai. La fondazione per me è diventata un pozzo senza fondo, altro che guadagni vergognosi”. Infine, Vannoni ha spiegato: “Ho lettere di persone che ci supplicano di riprendere le cure. A noi guardano 280 mila famiglie in Italia e due milioni di malati, le patologie rare sono circa 5 mila, le staminali possono curarne più di 120. Io mi sento responsabile nei confronti di questa gente e delle loro speranze. Chi soffre e sta morendo non telefona certo al dottor Guariniello o al ministro Lorenzin, chi soffre chiama no”.

Intanto vengono rese note oggi le sintesi delle cartelle cliniche consegnate in forma riservata dalla struttura sanitaria al primo Comitato scientifico, nominato dal Ministero della Salute e poi sospeso dal Tar del Lazio: secondo il responso, nessuno dei 36 pazienti in cura con il metodo Stamina agli Spedali Civili di Brescia ha avuto dei miglioramenti. Domani, alle 10.30, è attesa la conferenza stampa dei genitori dei bambini sottoposti alle infusioni del protocollo Stamina a Brescia, a cui parteciperanno anche Marcello Villanova (neurologo dell’ospedale Nigrisoli di Bologna) e Imma Florio (pediatra di Sofia, la bimba diventata simbolo della lotta pro-Stamina).

Redazione online