
Davide Vannoni, presidente di Stamina Foundation, ha inviato una appello al ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, tramite il social network Facebook nel quale è tornato a criticare la composizione del nuovo comitato scientifico: “Riveda la sua commissione in base alle indicazioni che le ha dato il Tar, onde evitare di ripetere la brutta figura che ha fatto e che ha fatto fare allo Stato e ai suoi scienziati. Il professor Ferrari – scrive Vannoni – non ho nulla da dire, anzi mi sembra partire con il piede giusto, avendo dichiarato che vuole iniziare incontrando (e spero facendo visitare) i bambini, gli adulti in cura e i loro medici”.
“Caro ministro Lorenzin questo nuovo pasticcio dimostra che lei è molto, ma ribadisco molto mal consigliata, come dice lo stesso Marino Andolina, e sinceramente non ho tanta voglia di continuare a farmi prendere in giro da lei e dai suoi amici (Aifa, Cnt, Iss) di cui le riconosco il buon gusto nell’averli esclusi dal comitato. Sono convinto che non abbiano voglia di nuovi intrallazzi anche le centinaia di migliaia di famiglie di persone malate che stanno seguendo la vicenda in tutta Italia. Pertanto le propongo di ripensare il suo comitato e di fare le cose più logiche che la ricerca scientifica (e non la sperimentazione farmaceutica) richiederebbe: non si cambia la metodica, ovvero si applica quella in uso a Brescia (è veramente stupido chiedere di modificare quello che si vuole studiare prima di iniziare a studiarlo); producono i biologi di Stamina che sono esperti in questo tipo di lavorazione e non biologi esperti di produzioni in Gmp che non centrano nulla con la metodica Stamina”.
“Si produce nel laboratorio in cui stiamo già lavorando, in modo da non introdurre nuove variabili e permettere a Stamina di continuare a operare per le cure compassionevoli che il suo ministero sta cercando, in tutti i modi, di ostacolare (nonostante una legge dello stato e gli ordini dei giudici); potrà far fare tutte le analisi di sicurezza che ritiene sul prodotto finito per valutarne la sicurezza e la qualità ‘farmaceuticà dell’iniettabile; inizi a reclutare i pazienti dalla lista di attesa, ve ne sono a sufficienza per fare gruppi omogenei di almeno 3 patologie diverse e sono tutte persone che hanno già scelto volontariamente di sottoporsi alla terapia Stamina”.
Infine, conclude Vannoni, il ministro Lorenzin “spieghi chiaramente agli italiani quali saranno gli scenari, qualora si dimostrasse che la metodica Stamina funziona e qualora si rivelasse, invece, non funzionare. E spieghi a Stamina con quali modalità ritiene che proteggerà la proprietà della metodica da parte della mia fondazione. Come ho già spiegato ai suoi compari non ci sono aziende farmaceutiche o meno che potranno vantare dei diritti commerciali sulla metodica Stamina in italia”.
Vannoni ricorda anche che “a Brescia vi è una lista di attesa di 150 persone che viene utilizzata dallo Stato come gruppo di controllo: 34 pazienti in cura (con un morto per polmonite dopo 15 giorni dalla prima infusione) e 8 morti, tra cui 3 bambini, in lista di attesa senza avere avuto la possibilità di accedere alle terapie Stamina. Già questo dovrebbe fare riflettere. Eppure è rattristante vedere la disonestà intellettuale di chi confonde le cure compassionevoli (legge Turco/Fazio) riconosciute come applicate lecitamente da Stamina da 180 giudici in tutta Italia, con la sperimentazione scientifica e con le fasi di approvazione farmacologica che sono tre cose molto diverse per modalità e per finalità”.
Redazione
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