Letta esulta per lo spread sotto i 200 punti: l’Italia può ripartire

Enrico Letta (Getty Images)

Il Presidente del Consiglio Enrico Letta ha esultato per la discesa dello spread tra Btp e Bund, che ieri sera ha chiuso sotto i 200 punti a quota 197, il livello più basso in due anni (luglio 2011). “E’ una grande notizia oggi – ha detto il premier ieri sera al Tg1 – è frutto di un lungo lavoro, è soprattutto dei sacrifici di tutti gli italiani. E’ soprattutto il segno che l’Italia è nella giusta direzione”. “Non sono scelte che si fanno con la bacchetta magica – ha continuato il premier- , è il frutto di un lungo lavoro, che va perseguito, in modo tale che oggi questa, che è una condizione perché la competitività crei posti di lavoro, riesca affettivamente a funzionare”.

“Lo spread non è un dato statistico astratto, è una cosa molto concreta”, ha spiegato Letta. “Perché le cose sono andate male in Italia questi anni? Sono tre anni che lo spread ballava attorno ai 400-500 punti, questo vuol dire aver buttato via una ventina di miliardi di euro soltanto per pagare interessi in più”, ha sottolineato. “Se noi avessimo, come ora avremo adesso, queste risorse disponibili – ha aggiunto -, queste potrebbero essere usate per abbassare le tasse sul lavoro, per aiutare l’occupazione, in particolare quell’occupazione giovanile che è il vero dramma. Ma soprattutto – ha precisato Letta – questo renderà le imprese italiane più competitive, perché fino a ieri con lo spread così alto non erano in grado di acquisire credito e di fare investimenti, così come lo facevano le imprese tedesche, francesi o austriache”.

Lo spread basso è “la condizione perché il Paese riparta e questa condizione va assolutamente colta”, ha concluso Letta.

Lo scorso ottobre il ministro dell’Economia Fabrizio Saccomanni aveva previsto che lo spread sarebbe sceso a “200 punti nel 2014 e a 100 nel 2017” , tanto da scriverlo nel Def. Come Letta, anche Saccomanni ha detto che si tratta di una opportunità per liberare risorse a sostegno della crescita e ”alleggerire il carico fiscale”.

Redazione