Rapporto Confindustria: aziende italiane tartassate dal fisco

Il logo di Confindustria (ANDREAS SOLARO/AFP/Getty Images)

 

Secondo quanto emerge da un rapporto presentato da Confindustria, nel 2012 l’Italia si trova al 16esimo posto in tutto il mondo come prelievi fiscali alle aziende, con il 65,8% degli utili che finiscono in tasse. Si tratta della più alta percentuale tra i paesi avanzati, con altre potenze dell’area Euro quali Francia, Spagna e Germania che si attestano rispettivamente al 64,7%, al 58,6% e al 49,4%.

Il calcolo è stato effettuato considerando il Total Tax Rate effettuato dalla Banca Mondiale, ossia l’ammontare delle imposte pagate da imprese con caratteristiche standard; dal calcolo sono escluse le imposte sui consumi e quelle raccolte dalle autorità fiscali sostitute d’imposta.

Il nostro paese risulta penalizzato anche per quanto riguarda la tassazione sulle retribuzioni e sul reddito aziendale, mancanze che rendono l’Italia meno appetibile agli investitori stranieri e limitano la competitività interna. Il prelievo sui redditi d’impresa è superiore alla media Ue: infatti, nel 2011, in Italia i profitti hanno comportato un onere fiscale complessivo pari al 2,8% del Pil contro una media del 2,6% nell’area Ue a 27 membri.

Secondo la nota del Centro Studi di Confindustria, lo spazio per ridurre questi deficit va trovato in una revisione della spesa pubblica e nella lotta all’evasione fiscale e contributiva.

 

Redazione