
Non si sono fermate ad Istanbul, con la difesa del parco di Gezi, le proteste cittadine per la gestione dello spazio urbano contro l’imposizione di scelte effettuate dall’alto negli uffici amministrativi. Il modello turco sembra aver fatto scuola e qualcosa di simile a quanto successo nella capitale del paese a cavallo tra e Eruopa ed Asia pare stia succedendo in Spagna e, in particolare, a Burgos, cittadina del nord della penisola iberica.
Nel quartiere periferico di Germonal le proteste sono montate dopo che era stata annunciata l’intenzione di “riqualificare” l’area di calle Victoria dando vita a un futuristico ed asettico boulevard con la presenza di un parcheggio a pagamento sotterraneo, zone verdi, una nuova illuminazione. Il 10 gennaio, ad anno nuovo ma ad orecchie stanche per le proposte propagandistiche dell’amministrazione, i cittadini si sono riuniti in assemblea per provare a contestare il progetto e quella che era dapprima una scarna riunione si è trasformata in un partecipato meeting che è presto sfociato in strada. Alle dieci i riot urbani e la severa mobilitazione cittadina hanno attirato l’intervento della polizia ed è stata effettuata la prima carica.
Dopo quel primo episodio si è assistito ad un’escalation in termini di protesta e le manifestazioni di dissenso sono continuate per giorni nel disordine generale, producendo 40 arresti e 20 feriti.
Solamente nel corso delle ultime ore il sindaco di Burgos ha deciso di bloccare per 15 giorni i lavori, in modo da permettere ai dialoghi tra cittadini ed amministrazione di avere luogo e di trovare una soluzione al problema. Rimangono tuttavia attivi i provvedimenti di detenzione nei confronto di coloro che hanno sperimentato le manette durante le proteste e la sorte dei fermati è ancora incerta.
Le ragioni della protesta sono varie e, sicuramente, non si riducono alla questione del boulevard. Il progetto dell’amministrazione sarebbe solamente l’ultimo di una serie di disagi che i cittadini di Burgos – come d’altronde molti dei cittadini di quest’Europa ancora in piena crisi – hanno sperimentato nel corso degli ultimi anni. Debito comunale, tagli, crisi del settore immobiliare e relativa speculazione edilizia. Sono questi i motivi ai quali si lega la mobilitazione del boulevard, visto come il simbolo di uno strapotere – in questo caso quello dei dirigenti comunali e dell’immanicato Antonio Miguel Mendez Ponzo – che non prova vergogna di fronte alla sempre più diffusa sofferenza sociale.
Nicoletta Mandolini