De Petris (Sel): “Grazie a lobby della vivisezione, l’Italia rischia multa dell’Ue”

Proteste contro vivisezione (Getty images)

“Dobbiamo ringraziare la lobby della vivisezione se oggi l’Italia rischia una condanna da parte della Corte di Giustizia Europea e un’ammenda di 150 mila euro al giorno per il mancato recepimento della normativa Ue a tutela degli animali utilizzati a fini scientifici”, ha affermato la senatrice Loredana De Petris, presidente del gruppo Misto-Sel a palazzo Madama.

“Il decreto del Governo, che avrebbe dovuto recepire la normativa secondo i principi e i criteri dell’articolo 13 della legge di delegazione europea che il Parlamento aveva approvato, li ha sovvertiti. In particolare modificando il principio di orientare la ricerca all’impiego di metodi alternativi, con divieti e obblighi ben precisi per i ricercatori: divieto di xenotrapianti, di esperimenti che non prevedano anestesia o analgesia e di test su cani, gatti e primati non umani. Tutta una serie di restrizioni e di vincoli tanto avanzati sul piano dei diritti degli animali, quanto indigesti ad una parte della comunità scientifica”.
“Inviterei pertanto il Governo a provvedere immediatamente con un decreto legislativo che rispetti e attui i criteri previsti dall’art. 13 in modo da permettere al nostro Paese di avere una normativa, così come avviene in tutti gli altri Paesi europei, a tutela della protezione degli animali”, ha poi concluso la senatrice riferendosi alla proposta di deferire l’Italia alla Corte di Giustizia Europa, presentata dal commissario Ue all’ambiente Janez Potocnik per il mancato recepimento della direttiva che regolamenta lo svolgimento di test scientifici sugli animali.

Il testo del decreto legislativo destinato a recepire la direttiva europea è passato alla Camera ed è ora fermo al Senato.
Secondo le informazioni, l’Italia è l’unico tra i partner Ue a non aver ancora recepito la direttiva numero 63 approvata nel settembre del 2010: una norma sulla protezione degli animali utilizzati a scopi scientifici adottata dall’Unione dopo un iter durato anni. La data limite per la sua introduzione nel diritto nazionale era fissata per il novembre del 2012, mentre il primo gennaio 2013 è scaduto il termine ultimo per la sua applicazione.

Redazione

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