
Sarebbe stato raggiunto l’accordo tra Partito Democratico e Forza Italia sulla legge elettorale, dopo che nei giorni scorsi erano stati presentati diversi emendamenti che avevano creato non pochi malumori reciproci nei due partiti. A darne notizia, poco fa, il sito del quotidiano “La Repubblica”. Poco prima, la responsabile riforme del Pd, Elena Boschi, aveva detto ai cronisti presenti davanti a Montecitorio: “Stiamo lavorando in queste ore sia sulla soglia per il premio di maggioranza che sulle altre: c’è un prudente ottimismo di trovare un accordo in giornata”.
Secondo l’agenzia di stampa Reuters, anche da parte di Forza Italia, poco prima, si era parlato di “accordo è in via di definizione”. Questi secondo il principale quotidiano italiano i passaggi chiave dell’accordo, ottenuto a pochi minuti dalla ripresa dei lavori della Commissione Affari Costituzionali della Camera: soglia di accesso al premio al 37%, premio del 15% ma con il tetto del 55%. In poche parole, se una coalizione vince con almeno il 37% dei voti ha diritto al premio di maggioranza, equivalente al 15% e in ogni caso nessuna coalizione può ottenere più del 55% dei seggi.
E’ stato ottenuto anche il passaggio della cosiddetta clausola salva-Lega, vale a dire che i partiti che ottengono il 9% in almeno tre regioni rientrano comunque in Parlamento. Aperture su questa clausola vi erano state stamattina da parte del Partito Democratico, attraverso il deputato Dario Nardella, che aveva spiegato: “Noi insistiamo sulla bontà di questo accordo, perché è un accordo che taglia fuori i piccoli partiti. Poi se c’è una concentrazione in alcuni territori, è il caso della Lega, può essere di altri, è giusto individuare una formula”.
L’accordo dovrebbe prevedere infine lo sbarramento al 4.5% per chi si presenta in coalizione e le candidature multiple, richieste dal Nuovo Centrodestra ma osteggiate in più di un’occasione dal Partito Democratico e dal suo segretario Matteo Renzi.
Redazione online