
Dopo la pubblicazione avvenuta oggi del nuovo decreto lavoro approvato dal governo presieduto da Matteo Renzi, denominato ‘Jobs Act’, dure critiche sono arrivate al provvedimento da Stefano Fassina, deputato Pd, che ha parlato di “un intervento più grave che l’eliminazione dell’art. 18”. Secondo l’ex viceministro dell’Economia, “forse vi sono delle tecnicità che non a tutti sono chiare, ma sarebbe meno grave eliminare l’art. 18, Almeno ci sarebbe un contratto a tempo indeterminato seppure interrompibile in qualunque momento”.
Ha aggiunto l’esponente della minoranza del Pd: “Siamo di fronte a una regressione, non è una riforma, è una regressione del mercato del lavoro che per quanto mi riguarda deve essere modificata altrimenti il decreto non è votabile”. Secondo Fassina, il dl lavoro “aumenta in modo pesantissimo la precarietà. Noi faremo emendamenti e speriamo che il governo sia disponibile”.
Critiche anche da Vinicio Zanetti, segretario dei Giovani Democratici dell’Emilia-Romagna: “Non vi pare una porcata pazzesca l’introduzione del contratto a tempo determinato senza causale fino a tre anni, rinnovabile otto volte nell’arco dei 36 mesi? avevo capito che si sarebbe introdotto un contratto unico a tempo indeterminato a tutele crescenti, non l’ennesimo contratto a zero tutele”.
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