Dopo la seconda interruzione a causa delle condizioni meteo marine avverse, sono riprese oggi le ricerche del boeing 777 della Malaysian Airlines, scomparso nella notte tra il 7 e l’8 marzo con a bordo 239 passeggeri.
Secondo le ultime notizie si apprende che però le ricerche si sono spostate di 1.100 chilomerti a nord-est rispetto all’area individuata nell’Oceano indiano a 2500 chilometri a sud di Perth, località a sud-ovest delle coste australiane.
Infatti, sembre che grazie ad una “traccia” ritenuta “credibile”, dall’Autorità per la sicurezza marittima australiana, come riporta la Bbc, gli ultimi dati radar analizzati confermerebbero l’ipotesi che il volo Mh370 procedesse ad una velocità maggiore di quanto era stato fino ad ora considerato.
Il New York Times riporta che le autorità australian hanno riferito che “le nuove informazioni di cui disponiamo si fondano sull’analisi continua dei dati radar tra il Mar cinese meridionale e il distretto di Malacca, prima della perdita del contatto radar. Il fatto che il velivolo volasse con velocità maggiore rispetto a quanto stimato implica un consumo maggiore di carburante e una riduzione della distanza possibile percorsa dall’aereo verso il sud dell’Oceano Indiano”.
La nuova area di ricerche è più vicino ala città di Perth e dovrebbe essere meno impegnativa da un punto di vista delle condinzioni del mare per le squadre di soccorso impiegate nelle ricerche.
Resta ancora il mistero su cosa sia accaduto al velivolo: ovvero se si sia trattato di un atto volontario, un dirottamento o addirittura un suicidio di uno dei due piloti.
Come riporta giornalettismo.com, il quotidiano Usa Today sostiene la pista di alcuni fonti investigative malesi che si sia trattato di “un atto deliberato”. Infatti, i sospetti secondo i quotidiani locali ricaderebbero sul comandante Zaharie Shah, l’unico in grado di pilotare quel velivolo. Sembra che le stesse autorità malesi stiano mettendo sotto pressione i familiari dell’ufficiale per scoprire un possibile movente.
Ma al momento non è emmerso nulla di realmente sospetto: esclusa la pista di terrorismo resta da scoprire i motividi un tale atto e se possa essere collegato a “problemi personali”.
Le speranze sono rivolte al ritrovamento della scatola nera, dove sono registrate le voci in cabina durante le ultime due ore di volo. In caso contrario la scomparsa del velivolo resterà un mistero.
Redazione
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