Riforma Senato. Giannini critica Renzi sul ddl del governo. Duro Rodotà

Stefania Giannini (screen shot youtube)
Stefania Giannini (screen shot youtube)

Il Consiglio dei Ministri si esprimerà oggi con il varo di un ddl costituzionale sulla riforma del Senato e del Titolo V della Costituzione. Nelle ultime ore il premier Renzi  ha imbastito una polemica con il presidente del Senato, Pietro Grasso, ed ha ribadito la perseveranza con cui vuole andare avanti ed intende lavorare per la rapida approvazione del ddl: “Se non passa finisce la mia storia politica”, ha eloquentemente detto il premier.

Sul tema delle riforme costituzionali e, in particolare, sulle modalità e le tempistiche adottate dall’esecutivo, la stessa squadra di governo non sembra essere perfettamente in accordo. A dimostrarlo le dichiarazioni rilasciate questa mattina dalla ministra all’Istruzione Stefania Giannini, la quale ha affermato parlando in occasione dell’evento Città Futura: “È un po’ inconsueto che sia il governo a presentare un ddl su questo tema. Serve che il Parlamento ne discuta per ritoccare e migliorare alcuni aspetti”. L’intestataria del dicastero di viale Trastevere ha continuato ricordando l’importanza dell’ “irrinunciabile dibattito parlamentare” dicendo: “Anche se non credo che il verbo ‘aspettare’ appartenga al vocabolario del presidente del Consiglio che ha fatto della rapidità, oltre che dell’efficacia, la chiave del successo di questa fase politica e su cui noi lo seguiamo  se il metodo diventa anche l’obbiettivo può rivelarsi pericoloso”.

Dello stesso avviso è il costituzionalista Stefano Rodotà, il quale, intervistato da Rai News24 ha definito “eccessivo”, “sbrigativo” e “fuori posto” il tono di Matteo Renzi. “Quando si mette all’ordine del giorno un tema così importante non si può dire: io voglio chiuderla entro una settimana altrimenti me ne vado a casa”, ha voluto specificare.

Rodotà ha poi continuato dicendo: “Capisco l’accelerazione, ma si sta toccando un terzo della Costituzione” e sulle modifiche ha specificato che la riforma in cantiere dovrebbe portare “accentramento di poteri, riduzione delle garanzie, fine degli equilibri costituzionali così come sono disegnati nel testo attuale”.

Redazione online