Outlook economico Ocse: crescita Pil in Italia al ribasso ma segnali positivi

Ocse
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L’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (Ocse) ha presentato l’ultima edizione dell’Economic Outlook sull’economia dell’Eurozona nell’ambito dell’incontro Ecofin a Bruxelles dal quale emerge che l’organizzazione vede in leggero ribasso dallo 0,6% allo 0,5% le stime di crescita per il Pil italiano rispetto alle previsioni comunicate nel mese di novembre scorso.
Per il 2015 invece è prevista una crescita del +1,1% grazie
alla spinta data dal “ritorno della fiducia” e dai “moderati tagli alle tasse”.
Inoltre, secondo le stime dell’Ocse, il taglio Irpef favorirà i consumi.

Sul piano dell’area Ocse, il pil invece crescerà del 2,2% nel 2014 e del 2,8% nel 2015, in un quadro che vede gli Usa accelerare, la Cina rallentare e L’Eurozona riprendersi in modo più lento rispetto alle altre grandi potenze economiche mondiali. Sono le previsioni contenute nell.

Sebbene secondo le stime’Ocse la ripresa si è finalmente consolidata restano ancora molti punti deboli nell’economia globale a partire dall’elevata disoccupazione.
L’Ocse invita pertanto i governi ad accelerare sul cammino delle riforme strutturali per rafforzare la crescita e il mercato del lavoro.
Come sottolinea, il vice segretario generale dell’Ocse, Rintaro Tamaki, “Le maggiori economie avanzate stanno finalmente prendendo slancio, si sta ripristinando la fiducia nel settore privato e, dopo anni di debolezza, gli investimenti e il commercio hanno iniziato a riprendersi” precisando che “se la disoccupazione resta inaccettabilmente alta, la situazione del mercato del lavoro in molti paesi sta migliorando e ha smesso di deteriorarsi nelle economie avanzate”.
Tamaki evidenzia che “il ritmo di crescita nei maggiori mercati emergenti ha rallentato” e in tal senso comporta una frenata positiva in quanto “”i tassi di crescita visti ora in Cina sono senza dubbio più sostenibili, dal punto di vista sia economico che ambientale, di quelli a due cifre di pochi anni fa”.
Ma, come riporta la Stampa, i rischi potrebbero derivare dal ritiro delle misure di allentamento quantitativo attuate dalle banche centrali che “potrebbero rivelarsi un’enorme sfida”.
“Le tensioni finanziarie sui mercati emergenti- sottolinea Tamaki – potrebbero far deragliare la ripresa globale” ai quali si potrebbe aggiungere i pericoli di deflazione nell’Eurozona e alle tensioni geopolitiche.

Tamaki ricorda che la crisi ha fatto rilevare “la necessità di rendere le nostre economie e società più resistenti, e più inclusive, con una migliore distribuzione del welfare tra la popolazione” e ciò è per i giovani “un’opportunità di porre la crescita globale su un cammino più forte e sostenibile”.

L’attuazione delle riforme strutturali dei governi deve ruguardare maggiore “spazio di manovra per stimolare la produttività e creare posti di lavoro attraverso politiche che rimuovano le barriere alla concorrenza interna e internazionale” tra i quali “gli ostacoli a una più robusta creazione di posti di lavoro e rafforzino e ridisegnino le politiche attive del mercato del lavoro”.
La manovra dal punto di vista fiscale rispetto agli “elevati livelli di debito pubblico in tutte le grandi economie avanzate” e “i significativi progressi nella stabilizzazione dei conti pubblici” indicano la possibilità di “un previsto rallentamento del miglioramento del bilancio strutturale”.

Il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan ha commentato il quadro macroeconomico prospettato dall’Ocse sottolineando che si tratta di un congiuntura italiana complessivamente “molto incoraggiante”.

“I dati Ocse sono delle stime… vedremo alla fine quali saranno i risultati. Noto che nello statement dell’Ocse si dice che le misure di taglio delle imposte appena varate dal governo, sostenute da tagli di spesa, e le misure di rimborso dei debiti della P.A. potranno avere un effetto considerevole in termini di fiducia e di crescita” afferma Padoan.

Redazione