Giallo Elena Ceste: omicidio o istigazione al suicidio? Spunta una testimone

Elena Ceste (foto dal web)
Elena Ceste (foto dal web)

Il giallo che riguarda Elena Ceste  è un mistero che si infittisce giorno dopo giorno. Dopo la lettera de Il Consolatore  e dopo aver pensato che Elena si fosse rifugiata in un convento per “liberarsi dai suoi peccati”, sembra che le dichiarazioni di Michele Buoniconti, marito di Elena,  abbiamo forti incongruenze.

Una vicina di casa di Elena – riporta nuova società.it -avrebbe raccontato che «Dopo avermi telefonato ed essere venuto a casa mia, . mi ha chiesto di andare a casa sua per aiutarlo a cercare sua moglie. Sembrava molto preoccupato. Mi ha fatto fare il giro della casa, mi ha mostrato le stanze, una per una. Poi siamo scesi insieme e mi ha portato davanti alla sua auto, una Golf. Ha aperto il bagagliaio e mi ha detto: “Non c’è. Vedi qui Elena non c’è”. Farmi guardare nel bagagliaio? Sì, il suo atteggiamento mi è sembrato insolito».

Poi ha aggiunto che il marito di Elena l’ha chiamata chiedendole se la Ceste si trovava da lei. Domanda che Marilena ha definito alquanto strana perché non si frequentavano mai. Poi Michele è andato dalla vicina intorno alle 9.20 portando con sé i vestiti di Elena in una busta sostenendo che li aveva trovati in giardino insieme agli occhiali, e per questo era preoccupato perché la moglie “è cieca come una talpa”.

Sempre secondo nuovasocietà.it gli inquirenti starebbero indigando non più per istigazione al suicidio ma per omicidio, come per il caso di Roberta Ragusa. I famigliari di Elena sostengono da tempo che Elena non si sarebbe mai allontanata volontariamente e che non avrebbe mai lasciato solo i suoi 4 bambini

 

Michele D’Agostino