
Al vertice che si terrà domani a Bruxelles tra i 28 Paesi membri della Ue si inizierà a discutere, come d’abitudine, delle nomine per le istituzioni comunitarie: un difficile esercizio che deve tenere insieme gli equilibri nazionali e quelli trasversali propri delle rappresentanze politiche europee. La nomina più importante riguarderà la Presidenza della prossima Commissione europea, contesa tra il lussemburghese Jean-Claude Junker del Ppe, forte dei 212 seggi, e Martin Schulz che con il suo Pse ha raggiunto quota 186. L’incontro e le strategie che ne seguiranno non potranno prescindere dagli esiti del voto su scala europea che ha rivelato una tendenza dell’elettorato a schierarsi contro le politiche e la struttura stessa della Ue anche se con forme e toni diversi. Un risultato di portata tale da influenzare scelte strategiche e alleanze, a cominciare proprio dalla trattativa che riguarderà la Commissione. E’ stato il presidente uscente José Manuel Barroso a rendere l’idea del clima di attesa che si è creato all’interno delle istituzioni comunitarie all’indomani del voto: “Siamo estremamente preoccupati per la tendenza che emerge dal voto europeo” ha detto “Sta andando giù tanto la fiducia nelle istituzioni europee quanto quella nelle istituzioni nazionali”, ha aggiunto. Il riferimento è alle
tendenze populistiche e il voto anti – immigrazione di cui la vittoria di Marie Le Pen in Francia è esempio eclatante. Intanto il Front National, primo partito in Francia con 24 seggi, pensa già alle alleanze da siglare all’interno del Parlamento: “Mi recherò domani a Bruxelles proprio per andare a incontrare un certo numero di responsabili politici” ha detto Marie Le Pen senza nascondere che i colloqui riguarderanno i neo rappresentanti delle Destre europee eletti nell’emiciclo di Strasburgo: i greci di Alba Dorata, gli ungheresi di Jobbik e i bulgari di Ataka. L’obiettivo è quello di formare una rappresentanza compatta di matrice euro scettica all’interno del Parlamento. Tra i sicuri aderenti c’è anche la Lega Nord, mentre il Movimento 5 Stelle non sembra intenzionato a parteciparvi, nonostante gli inviti della leader francese; unico non invitato rimane, al momento, il rappresentante del partito nazista tedesco, Udo Voigt.
Redazione.