Addio Pap-test: arriva una nuova prova che riduce del 60-70% il rischio carcinoma

Finalmente, dopo anni e anni di studi, la ricerca medica ha fatto un poderoso balzo in avanti riguardo la ricerca contro un tipo di tumore che colpisce il sesso femminile. Dall’invenzione del Pap-test è passato moltissimo tempo: fu un medico greco, George Papanicolaou, ad utilizzare l’analisi citologica (tramite l’invenzione appunto del Pap-test) per individuare un carcinoma. Un metodo ancora utilizzato da tutte le donne del mondo. La notizia epocale è che da marzo del 2014 l’FDA (Food and Drugs Administration), dopo anni di sperimentazione (anche grazie all’aiuto di ricercatori italiani che hanno compiuto diversi studi) ha ufficialmente dichiarato la possibilità di utilizzare un nuovo strumento, meno invasivo e doloroso, che sostituisca il Pap-test. Questo nuovo test è stato chiamato HPV-DNA, e permette di andare ad identificare il DNA del virus HPV (human papilloma virus – papilloma virus umano) per verificare appunto la presenza di carcinomi.

La modalità di funzionamento è molto semplice, e mira a rilevare la presenza sia del virus stesso che dei sierotipi “pericolosi” che sviluppano il tumore al collo dell’utero. Rispetto al Pap-test inoltre è stato accertato che è un esame più sicuro che riesce, utilizzando una metodologia più innovativa, ad essere estremamente più preciso. Secondo i ricercatori il HPV-DNA permette di ridurre del 60-70% il rischio d’ammalarsi di tumore al collo dell’utero.

E notizia di questi giorni che a breve, dopo le dichiarazioni ufficiali del marzo scorso appunto, questo test innovativo ha cominciato anche a comparire nei nostri ospedali. Quindi, se siete interessate, informatevi presso il vostro ginecologo di fiducia e vi darà lui i giusti suggerimenti.

Redazione Online