
Il procuratore generale presso la Corte dei Conti, Salvatore Nottola ha lanciato l’allarme corruzione in Italia nell’ultima parte della sua requisitoria generale sul rendiconto dello Stato per l’esercizio finanziario del 2013 nel quale i giudici contabili invitano a contenere il debito, a ripensare l’intervento pubblico nell’economia, tra cui investimenti statali nei settori strategici e invitano a ridistribuire il carico fiscale in modo più favorevole a lavoro e impresa. Infine, la Corte ha invitato ad affrontare il fenomeno della corruzione dilagante.
“La corruzione può attecchire dovunque: nessun organismo e nessuna istituzione possono ritenersene indenni” ha detto Nottola sottolineando che “nessuna istituzione che abbia competenze pubbliche può ritenersi scevra di responsabilità di fronte al suo dilagare”.
Il procuratore generale ha poi ricordato solo che secondo uno studio della Commissione europea la corruzione in Italia ha un fatturato di circa 60 miliardi di euro l’anno, cioè metà della cifra stimata complessivamente per la Ue.
Nottola ha spiegato che la corruzione può essere “agevolata dall’eccesso di leggi”, sottolineando che non bisogna sopprimere i controlli, in nome dell’emergenza, come invece è successo per i grandi eventi e l’Expo di Milano.
Questo ultimo caso, citato da Nottola come caso emblematico negativo per il numero di deroghe concesse nei controlli preventivi e di gestione, “smantellati in base alla motivazione della somma urgenza ovvero dell’emergenza, che giustificano deroghe ai codici degli appalti e ai principi della concorrenza, nonché l’abolizione di controlli preventivi e di gestione, anche attraverso il sistema di estendere ai cosiddetti grandi eventi la normativa speciale per la Protezione civile. Un esempio è proprio l’Expo di Milano 2015″.
Redazione