Alla conferenza stampa di chiusura del vertice Nato in Galles con focus sulla crisi in Ucraina e in Iraq, il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama aveva annunciato che i “partner e alleati della Nato sono pronti ad unirsi in un ampio sforzo internazionale per combattere contro la minaccia jihaidista”, sottolineando che “l’obiettivo deve essere smantellare l’Is”.
Alla task force dovrebbero partecipare oltre ai partner europei anche la Turchia e alcuni Paesi arabi come gli Emirati e la Giordania, ma anche l’Arabia Saudita e il Qatar; sarebbe invece escluso ogni progetto di collaborazione con l’Iran.
PIANO USA CONTRO ISIS– Questa mattina, ai microfoni della Nbc, nell’ambito del programma “Meet the press”, il presidente Usa ha annunciato che presenterà il suo piano d’azione per combattere l’Isis mercoledì prossimo: “Quello che stiamo facendo non è l’equivalente della guerra in Iraq del 2003”, ha sostenuto Obama, parlando dello sforzo di costituire una grande coalizione internazionale contro l’Isis e spiegando che “martedì o mercoledì farò un discorso per spiegare chiaramente quello che stiamo facendo e perché la gente capisca”.
Obama ha poi assicurato che gli Stati Uniti andranno avanti con i raid aerei per sostenere le truppe irachene e curde sul campo e che non vi è al momento “minaccia diretta dell’Isis” per gli Stati Uniti.
Inoltre, il presidente Usa ha ribadito che non invierà truppe americane in Iraq: “Le truppe in campo devono essere irachene. Non ha senso che gli Usa occupino Paesi in giro per il Medio Oriente, Non avremmo le risorse”.
Il presidente ha riferito che non chiederà un voto del Congresso, ma che incontrerà martedì i leader parlamentari per informarli della sua strategia: “Il nostro obiettivo non deve essere di pensare di poter occupare ogni paese dove vi è un’organizzazione terroristica. Il nostro obiettivo è di essere partner più effettivi con i governi impegnati a respingere l’estremismo” dello Stato Islamico.
KISSINGER– Intanto è tornato a parlare l’ex segretario americano Henry Kissinger , che in una recente intervista evidenziò come l’ordine mondiale era entrato in una crisi irreversibile.
Kissinger, in una intervista al Sunday Times ha esortato Obama ad intraprendere un’azione più risoluta contro l’Isis, in Iraq e Siria, spiegando che l’attuale presidente americano dovrebbe “lanciare un attacco totale”, evidenziando come gli americani in Medio Oriente siano diventati “spettatori”.
I raid americani, ha poi aggiunto Kissinger, dovrebbero essere “limitati nella durata in quanto misura punitiva” e “senza distinzione tra Siria e Iraq”.
L’ex segretario americano e premio Nobel per la pace ha poi sostenuto come nella “lotta all’Isis non ci può essere ancora dibattito”.
“Non abbiamo il potere di imporre la nostra preferenza, ma senza di noi, senza leadership da parte nostra, un nuovo ordine non può essere creato”, ha poi evidenziato Kissinger.
COMBATTIMENTI E RAID USA IN IRAQ– Sul terreno prosegue l’offensiva contro l’avanzata jihadista dei miliziani dello Stato Islamico. Gli Stati Uniti hanno lanciato una serie di raid aerei in difesa della seconda diga del paese, quella di Haditha, riuscendo a respingere i jihadisti, da un obiettivo, considerato strategico, nella regione sunnita di Al Anbar, a nord ovest della capitale Baghdad.
Permangono i timori per gli oltre cento bambini presi in ostaggio dai miliziani in un orfanotrofio di Mosul. Infatti, tra i bambini iracheni, vi sono una maggioranza di sciiti e yazidi, minoranze che i jihadisti stanno combattendo.
Secondo le fonti curde, vi sarebbero circa 50 bambini sciiti e 45 yazidi prigionieri nel quartiere di Zuhir che si aggiungono a centinaia i civili, per lo più donne e bambini, rapiti dai jihadisti nel mese di giugno nelle località di Tellafar e Shingal, ad est di Mosul.
Redazione