
Il Nuovo Centrodestra tenta ancora un volta di ricostruire il centro che fu. Lo annuncia Gaetano Quagliariello, coordinatore del Ncd intervenendo alla festa dell’Udc a Chianciano Terme parlando della nascita della «costituente popolare» che dovrebbe dare vita a un nuovo partito dei moderati dove far convergere le varie sigle centriste. Per Quagliariello, il primo banco di prova saranno le prossime elezioni regionali in Emilia Romagna e in Calabria. «Quello sarà un inizio» ha detto il sentore auspicando «un solo simbolo, che sia un’evoluzione, un passo in avanti rispetto alle elezioni europee». Quagliariello non nasconde un obiettivo più ambizioso: «Un solo partito, un solo statuto, un solo presidente e un solo segretario» ed ha precisato « il discorso delle alleanze verrà da se». Per Quagliariello le molte sigle in cmpo non sembrano un problema: «Abbiamo percorsi differenti, con principi in gran parte comuni. Nessuno deve fare l’abiura dei proprio percorsi, però dobbiamo prendere atto di dove ci hanno portato i differenti percorsi fatti». Per queste realtà, dice il senatore, è tempo di «decidere e crescere insieme». Per Quagliariello se un anno fa «non ci fosse stato quel gesto di coraggio» da parte sua, di Alfano, Lorenzin e di altri dirigenti per far nascere Ncd, rompendo con Forza Italia «il Paese sarebbe precipitato nel baratro delle elezioni anticipate» ed ha aggiunto «Il vecchio centrodestra non esiste più e non può più esistere. Si fondava su una forza carismatica, Forza Italia, che faceva da cerniera. Quell’esperienza è finita». Per questo ora è «fondamentale costruire un nuovo partito: aperto, democratico e scalabile, al di là dei personalismi e delle leadership» un nuovo soggetto politico che « sappia parlare agli elettori con un linguaggio semplice, contro la dittatura del politicamente corretto che ha imposto la sinistra al nostro Paese. Se torniamo a parlare in modo popolare, un partito nuovo ci potrà servire. E la forma che assumerà, lo decideremo insieme. O troviamo la forza, il coraggio e la generosità dentro di noi di dar vita a questo progetto, oppure cancelleremo dalla cartina europea il popolarismo italiano» ha concluso.
Redazione