
Ogni giorno una novità. Anche se poi mancano le verifiche e spesso – troppo spesso – ci si dimentica di essere di fronte a un caso di omicidio agghiacciante, dove la vittima è un’adolescente, uccisa e abbandonata in un campo, dove è stata ritrovata dopo mesi. Oggi ‘La Stampa’ pubblica la notizia secondo la quale non solo Massimo Bossetti, ma anche il suo fratello minore, sarebbero figli di Giovanni Bossetti. Il problema, scrive il quotidiano torinese, è che – dai riscontri del Dna – risulterebbe che il terzo fratello Bossetti non è figlio nemmeno di Giuseppe Guerinoni. Questo significherebbe che Ester Arzuffi, madre dei Bossetti, avrebbe più volte mentito rispetto a questi particolari e per la Procura sarebbe dunque inaffidabile.
A rilanciare una vecchia pista, quella di una vendetta contro la famiglia Gambirasio, ci pensa invece Claudio Salvagni, che a ‘Iceberg’, la trasmissione di approfondimento su Telelombardia, lancia il sasso: “Un’ipotesi che gli inquirenti non hanno mai preso in considerazione seriamente”. Replicano Andrea Pezzotta ed Enrico Pelillo, legali dei Gambirasio: “Usciamo oggi dall’abituale riserbo per dire che è del tutto inaccettabile che uno dei difensori del signor Massimo Bossetti, nel corso dell’ennesima trasmissione televisiva, abbia evocato nuovamente l’ipotesi di una presunta vendetta ritorsiva nei confronti della famiglia Gambirasio”.
Chiosano i legali: “La famiglia Gambirasio ha sofferto fin troppo per dover anche sopportare sospetti ed illazioni fondate sul nulla”. L’avvocato Salvagni, però, interpellato dal ‘Corriere della Sera’, controreplica: “Ho spiegato che nell’indagine esistono alcune zone d’ombra e che al momento non posso escludere che ci siano altre piste, compresa quella della vendetta contro la famiglia”. Il legale di Bossetti spiega: “Quando arriveremo alla chiusura delle indagini, allora potrò ritenere se davvero è infondato il movente della vendetta. Fino a quel momento, non posso escludere nulla”. In ogni caso, conclude, “abbiamo il massimo rispetto e la massima sensibilità nei confronti dei Gambirasio”.
Giuseppe Gabriele Mastroleo