
Una nuova denuncia riguardante la bozza della legge di stabilità, licenziata dal governo Renzi, arriva in queste ore da Giovanni Donzelli, componente dell’esecutivo nazionale di Fratelli d’Italia-Alleanza Nazionale, che scrive: “Altro che aiuti alle Partita IVA, Renzi cambiando il regime dei minimi triplica le tasse agli under trentacinque che si sono messi in proprio. Così rischia di uccidere i giovani che con folle coraggio hanno scelto di aprire una attività economica in tempo di crisi”.
Spiega Donzelli: “Il regime dei minimi, introdotto da Tremonti e Meloni, prevedeva fino ad oggi una aliquota sostitutiva unica del cinque per cento per cinque anni per quei giovani che aprivano una nuova attività, non avevano dipendenti e avevano una soglia di fatturato inferiore ai 30mila euro. Se Renzi alza le tasse dal 5% al 15%, e se rende addirittura questo passaggio retroattivo, distrugge il merito e il coraggio di questi giovani”.
“Renzi mette mano a questo sistema agevolato per le giovani Partite Iva perchè costretto dall’Europa ad ampliare la soglia dei beneficiari da 30mila a 65mila di fatturato lordo annuo” – denuncia Donzelli – “Non trovando i fondi per seguire le indicazioni europee ha inventato di differenziare le soglie e in contemporanea alzato la tassazione”. L’esponente della destra ricorda infine che “i giovani professionisti o imprenditori che seguono il regime dei minimi non scaricano l’IVA che è un costo, quindi, se a chi oggi ha una tassazione del 5% improvvisamente la si porta al 15%, gli si triplicano le tasse e se poi questa tassazione la si considera anche per i lavori in corso di fatturazione o già fatturati c’è la batosta finale”.
Il governo
Sulle partite Iva e sui finanziamenti previsti nella legge di stabilità è intervenuto anche il deputato di Scelta Civica e sottosegretario al Ministero dell’economia, Enrico Zanetti, che su Facebook ha scritto: “Mi pare che non tutti a livello politico abbiano ancora capito che questa impostazione implica che non si sta dando qualcosa a tutte le piccole partite IVA, ma si sta facendo anzi una assai significativa redistribuzione di risorse all’interno del comparto, tale per cui, ad esempio, rispetto all’attuale regime dei minimi al 5%, categorie come artigiani e commercianti hanno dei vantaggi in più, mentre professionisti e intermediari di commercio ci perdono in modo incredibile, vedendosi dimezzare la soglia di fatturato e triplicare l’aliquota fiscale a fronte di zero vantaggi previdenziali”.
“Non credo sia questo il senso politico dell’operazione che volevamo e vogliamo fare in questa legge di stabilità, per lo meno non è certo questo il senso politico che avevamo inteso noi e che tuttora sosteniamo”, rileva Zanetti, che ritiene di credere “sia molto meglio tornare alla nostra ipotesi di partenza e usare gli 800 milioni di euro che siamo riusciti a riservare alle piccole partite IVA per confermare a tutti il 5% di aliquota, alzare a 35.000 / 40.000 a tutti la soglia di fatturato, rimuovere i limiti temporali di utilizzo ed eliminare i contributi previdenziali minimi obbligatori per gli artigiani e i commercianti che optano per il regime”.
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