
Quello dell’anticipo del Tfr in busta paga è uno dei capisaldi delle proposte del governo Renzi nella legge di stabilità: peccato che emendamenti proposti da membri del Partito Democratico mirino a minarne le fondamenta stesse se non a cancellarlo. Sono Maino Marchi e Marco Causi a chiedere di assoggettare a imposizione “separata”, cioè non cumulandolo al reddito, il Tfr incassato in busta paga, prevedendo anche la revocabilità della decisione ad un anno dalla comunicazione al datore di lavoro. E cinque parlamentari Pd, Roger De Menech, Lorenzo Basso, Marco Marchetti, Gessica Rostellato, chiedono in maniera chiara di cancellare del tutto la norma.
Non piace nemmeno la norma sulla tassazione dei rendimenti dei fondi pensione, che è stata portata dall’11,5 al 20%: tanti gli emendamenti da parte delle forze di opposizione, da Forza Italia alla Lega Nord, passando per il Movimento 5 Stelle, ma a chiedere la cancellazione tout court della norma è il democratico Federico Ginato. Più risorse per gli ammortizzatori sociali è invece la richiesta dei leader della minoranza Pd: Stefano Fassina, Gianni Cuperlo, Pippo Civati, Anna Margherita Miotto, Alfredo d’Attorre, Barbara Pollastrini, Rosy Bindi, Cesare Damiano e Francesco Laforgia, tutti insieme, firmano un emendamento in tal senso.
Chiede invece la modifica del trattamento fiscale dei versamenti ai partiti, un emendamento del deputato Giovanni Sanga, secondo il quale “il versamento dai candidati e dagli eletti alle cariche pubbliche verso i partiti politici è da considerarsi, in ogni caso, erogazione liberale, indipendentemente dalle previsioni regolamentari e statutarie decise dai partiti stessi”.
“I versamenti effettuati dai candidati e dagli eletti alle cariche pubbliche in favore dei partiti e dei movimenti politici si considerano, in ogni caso, erogazione liberale anche ai fini della detraibilità delle imposte sui redditi indipendentemente dalle previsioni regolamentari e statutarie decise dai partiti stessi”, si legge nell’emendamento, per cui “a partire dall’anno di imposta 2017 le erogazioni in denaro effettuate a favore di partiti politici dai rispettivi candidati alle elezioni, esclusivamente tramite bonifico bancario o postale e tracciabili secondo la vigente normativa antiriciclaggio, devono comunque considerarsi detraibili entro i limiti di importo previsti dal medesimo articolo alla data dell’erogazione”.
Ma il Pd firma anche un emendamento per abbassare da 90 a 70mila euro la soglia Isee per ottenere il cosiddetto bonus bebé: quei soldi potrebbero servire, a detta dei firmatari, per favorire “fasce sociali più bisognose”.
GM