Salvini: Condanna unanime ad aggressione o mi fermo

Matteo Salvini, segretario federale della Lega Nord (GABRIEL BOUYS/AFP/Getty Images)
Matteo Salvini, segretario federale della Lega Nord (GABRIEL BOUYS/AFP/Getty Images)

Il segretario federale della Lega Nord, Matteo Salvini, torna sull’aggressione avvenuta sabato a Bologna e commenta: “Aggressione a Bologna, la sede della Lega di Trento attaccata, una stella a cinque punte con minacce sulla sede della Lega di Parma. Un bruttissimo clima. O tutti, senza se e senza ma, condannano e rifiutano qualsiasi tipo di violenza, oppure io mi fermo. Punto”.

Ma a quanto pare, la condanna unanime non c’è. Tutt’altro. Commentando la versione della Questura a quando avvenuto, il deputato del Movimento 5 Stelle, Andrea Colletti, arriva a scrivere su Facebook: “Che fosse una manovra pubblicitaria si sapeva. Ma che, addirittura, si fosse arrivati a questo livello per creare un ‘incidente’ non me lo aspettavo. Mi dispiace per lui che non sia stato picchiato, sennò avrebbe fatto ancora meglio la figura del martire”.

La versione della Questura, consolidatasi in queste ultime 24 ore, con le conferme che arrivano addirittura dagli aggressori, uno dei quali è stato intervistato in anonimato da Skytg24, è che un’ottantina di agenti in tenuta antisommossa erano fuori dal campo rom proprio per evitare contatti tra manifestanti antagonisti e il segretario della Lega Nord, mentre Salvini non avrebbe avvisato né della partenza da Milano, né del suo arrivo a Bologna, come invece si era impegnato a fare.

Intervistato dal quotidiano ‘ La Stampa’, il questore di Bologna, Vincenzo Stingone, spiega: “Chi è sottoposto a tutela deve fornire alla polizia gli orari e il programma dettagliato dei suoi spostamenti in modo che vengano predisposti i servizi del caso, cosa che sabato non è avvenuta, e l’onorevole Salvini fra l’altro viaggiava su un’auto privata, quando in casi del genere si deve usare un mezzo delle forze dell’ordine”. In ogni caso, “abbiamo preso contatti con la consigliera Borgonzoni che era in auto con Salvini, chiedendole di dirci l’orario d’arrivo al casello. Alle 11 non c’erano ancora, allora il capo della Digos ha chiamato, sentendosi rispondere che erano in ritardo a causa del traffico”.

Dopo circa un’ora, è nuovamente il capo della Digos a inviare “un sms chiedendo dove fossero. Poco dopo ci hanno chiamati: erano già al parcheggio dell’ippodromo coi giornalisti. A questo punto ci siamo mossi, ma due minuti dopo la consigliera ci ha ritelefonato dicendo che erano stati aggrediti”.

La replica di Salvini

Non ci sta a passare per imprudente, Matteo Salvini, che a Radio24 replica: “Ho due figli, non è che ci goda ad avere tre ossessi che come scimmie mi saltano sul tetto della macchina. Vi assicuro che star dentro a una macchina che viene assaltata a calci, pugni, sassi, cinghiate non è il massimo della vita. Ovviamente la polizia sapeva dove eravamo”. Poi si chiede: “Ma comunque vi pare che in un paese civile, per fare il mio dovere, per verificare come vengono spesi soldi pubblici, devo essere scortato da 80 poliziotti?”.

Ncd: sue parole istigano violenza

L’atteggiamento di Salvini viene stigmatizzato anche da Paolo Alli, Capogruppo Nuovo Centrodestra in Commissione Affari Esteri alla Camera, il quale sottolinea: “Abbiamo sempre stigmatizzato qualsiasi forma di violenza e di intolleranza non serve che Salvini ce lo ricordi. Analogamente, quindi, siamo convinti che parole e atteggiamenti che istigano alla violenza, come quelli del leader della Lega, vadano condannati con altrettanta fermezza”.

Il deputato alfaniano si lascia andare poi a un ragionamento: “Appare quanto meno singolare che i giornalisti e i centri sociali fossero informati dei suoi movimenti mentre proprio la questura non sapesse nulla. Dalle ricostruzioni fornite degli ordini di servizio della polizia, come riportato dalla stampa, è evidente che nessun rilievo possa essere mosso alle forze dell’ordine e al ministro Alfano. Diversamente, qualche dubbio, nasce sul comportamento di Salvini e del suo staff”.

Forza Italia solidale

“L’aggressione avvenuta sabato ai danni del segretario della Lega, Matteo Salvini, è un episodio da condannare, senza se e senza ma”, afferma il senatore di Forza Italia, Francesco Aracri, secondo il quale “sono ben più gravi le dichiarazioni, avvenute nelle ore immediatamente successive, di una determinata parte politica. E’ fuori da ogni logica sostenere che la visita in un campo rom debba essere fatta esclusivamente da chi solidarizza con la realtà dei campi: è un atteggiamento ipocrita, finto-buonista e anti-democratico”.

 

GM