
Il neo presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker si difende dalle accuse di aver favorito le multinazionali straniere con accordi fiscali segreti, all’epoca in cui era Primo Ministro del Lussemburgo. Si tratta di accordi detti di tax ruling, con cui uno Stato e una società straniera concorderebbero anticipatamente il trattamento fiscale da applicare a quest’ultima. Gli accordi stretti dal Lussemburgo con le multinazionali sarebbero segreti e illeciti, secondo l’inchiesta denominata Luxleaks, condotta dal Consorzio internazionale dei giornalisti investigativi, Icij (International Consortium of Investigative Journalism) e ci cui atti sono stati pubblicati dai media di tutto il mondo. Il Consorzio di giornalisti investigativi è entrato in possesso di circa 28.000 pagine di documenti di cui risulterebbero tali accordi. Sulla base di questi documenti lo Stato del Lussemburgo avrebbe illecitamente favorito, dal punto di vista fiscale, ben 340 società multinazionali, tra cui Apple, Amazon, Ikea e Fiat. Che il Lussemburgo fosse un paradiso fiscale nel cuore d’Europa non è certo un segreto. La questione è se questi tax ruling fossero legali, come sostiene l’attuale premier lussemburghese, oppure no.
Oggi, a sorpresa, Juncker si è presentato nella sala stampa del palazzo dove ha sede la Commissione europea per chiarire la sua posizione. Jucnker ha precisato “gli accordi fiscali sono prassi consolidata, sono dichiarati legali dalla Commissione purché non discriminatori, e questo le leggi del Lussemburgo lo prevedono“. l’ex premier del Lussemburgo ha smentito qualunque conflitto di interessi con la sua carica di presidente della Commissione Ue, sottolineando che “la stessa Commissione ha lanciato indagini (fiscali, ndr) sul Lussemburgo”. Juncker ha poi giustificato la peculiare posizione fiscale del suo Paese, spiegando che “una tassazione molto bassa per alcuni” Paesi europei “è frutto dell’imposizione fiscale non armonizzata nell’Unione europea”, e per queste ragioni ha annunciato che la Commissione lavorerà per cambiare le cose.
Juncker ha riconosciuto l’errore di non aver parlato subito dell’inchiesta LuxLeaks: “è stato un errore aver taciuto – ha detto -. Avrei dovuto rispondere subito. Avrei voluto prima proporre la direttiva sullo scambio automatico dei tax ruling fatta questa mattina. Non eserciterò alcuna influenza su quello che verrà fatto e deciso dalla commissaria alla concorrenza Vestager”, ha assicurato. La direttiva annunciata da Juncker, a cui la Commissione Ue sta lavorando, riguarda “lo scambio automatico delle informazioni sui tax ruling tra gli Stati membri” e “un’armonizzazione del tasso d’imposizione alle imprese“. “Mi sembra la sola possibilità di portare la trasparenza in Europa, e darò l’incarico a Moscovici di occuparsene”, ha precisato il presidente della Commissione. “Domani al G20 proporrò di allargare il sistema degli scambi automatici di informazioni sui tax ruling”, ha aggiunto Juncker.
L’immagine del presidente della Commissione europea ne emerge comunque appannata.
V.B.