Napolitano elogiato dal Financial Times: esempio di senso del dovere

Giorgio Napolitano (Getty IMages)
Giorgio Napolitano (Getty IMages)

Negli ultimi giorni si è fatto un gran parlare delle possibili dimissioni del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. L’imminente abbandono del Capo dello Stato è stato annunciato da alcune indiscrezioni di stampa e non è stato né confermato né smentito dal Quirinale. Ora sulla vicenda interviene il quotidiano finanziario britannico Financial Times che tesse l’elogio del Presidente italiano.

In un editoriale, il direttore per l’Europa Tony Barber scrive: “Negli ultimi 15 anni, c’è stato davvero poco di positivo da dire sulla performance economica dell’Italia, e ancora meno circa la qualità della sua vita politica. Tuttavia una istituzione emerge, con la sua reputazione intatta – e anche rafforzata – da questo lungo periodo di incompetenza, corruzione e declino. Sto parlando della presidenza”. “Il senso del dovere di Napolitano brilla nell’oscurità italiana”, afferma Barber.

Secondo il direttore della redazione europea del FT, gli unici buoni esempi della politica italiana degli ultimi anni sono stati i presidenti della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi e, appunto, Giorgio Napolitano. I due presidenti rappresentano “quanto c’è di degno, buono e onorevole nel loro Paese”, sottolinea: “Il comportamento tenuto nell’esercizio della loro funzione ha relegato alla vergogna la litigiosa ed egoistica classe politica e ha preservato il rispetto per l’Italia all’estero”.

Ora, però sembra che Il Presidente, raggiunte le 89 primavere, voglia dimettersi alla fine dell’anno. Tony Barber riconosce la giusta tempistica dell’atto del Capo dello Stato italiano, poiché a fine anno si chiuderà il semestre italiano di presidenza dell’Unione europea e, precisa: “Napolitano non intende lasciare fino a quando Italia non avrà adempiuto a tutte le sue responsabilità europee”. Tuttavia, aggiunge il giornalista britannico, “si sentirà molto la mancanza della saggezza del presidente, del suo coraggio e del senso di responsabilità pubblica, in Italia così come all’estero”. Barber arriva addirittura a paragonare Napolitano alla Regina Elisabetta d’Inghilterra per senso del dovere.

L’editoriale del FT prosegue con l’elogio di Napolitano, scrivendo come il Presidente sia stato “cruciale per la stabilità politica dell’Italia“. Tra le azioni intraprese dal Presidente della Repubblica, Barber ricorda quella che ha portato “l’inefficiente Berlusconi” alle dimissioni da Primo ministro, tre anni fa esatti il 12 novembre 2011, mandando al suo posto Mario Monti. Se “Berlusconi fosse rimasto in carica ancora più a lungo, l’Italia sarebbe caduta in un precipizio – e come avrebbe potuto l’euro sopravvivere?”, si chiede il giornalista. Infine, “ad aprile 2013, Napolitano, contro la sua stessa volontà, ha accettato di essere rieletto al Quirinale. Ancora una volta, ha posto le esigenze della Nazione prima delle proprie”, sottolinea Tony Barber.

Nel frattempo, in Italia è scattato il totonomi sul successore di Napolitano al Quirinale. Si fanno i nomi di Graziano Delrio, attuale sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Anna Finocchiaro, presidente dei senatori Pd, Walter Veltroni, il sempiterno Giuliano Amato e ancora Romano Prodi, bocciato alle elezioni del 2013 dai 101 parlamentari anonimi.

V.B.