Roma Tre, tornano i “Draghi ribelli”. Contestato presidente Bce

Mario Draghi (Getty Images)
Mario Draghi (Getty Images)

Era il 12 ottobre 2011, quando – appena tre giorni prima del corteo poi sfociati nei violenti scontri di piazza San Giovanni, a Roma – prese vita il movimento che si autodefinì dei ‘Draghi Ribelli’, sotto le parole d’ordine #occupiamobankitalia e #norigore. Il movimento si definiva “un nome collettivo dietro cui si organizza un insieme di precar*, student*, artist*, operator* della comunicazione, attivist* dei movimenti. Non un’entità virtuale, ma tante persone in carne ed ossa. Un alias collettivo, utilizzato oltre le sigle e le identità, per aprire uno spazio di protesta per tanti. Per non perimetrare e per allargare”.

Principale bersaglio del movimento, che non ebbe una lunga vita, era il presidente della Bce, Mario Draghi, invitato oggi alle celebrazioni del centenario della nascita dell’economista Federico Caffè, alla facoltà di Economia dell’università di Roma Tre. A più di tre anni di distanza dalla nascita (e dissoluzione) del movimento che si firmava come ‘Draghi ribelli’, altri studenti e precari hanno provato a contestare il presidente della Bce, a pochi giorni da un’altra importante data per i movimenti sociali e antagonisti italiani, quella del 14 novembre, nella quale è stato indetto lo sciopero sociale.

Un centinaio le persone, tutte senza caschi di protezione, che hanno lanciato uova e vernice in direzione del luogo dove stava tenendo il suo discorso il presidente Draghi. Poco dopo che della vernice ha sporcato casco e manganello di un poliziotto, è partita la carica degli agenti in tenuta antisommossa, che hanno respinto l’avanzata, colorata ma fino a quel momento pacifica, dei contestatori. Mentre i ragazzi indietreggiavano, è partita una nuova carica, che ha ferito due manifestanti, il più grave dei quali aveva la testa sanguinante.

Il comunicato

Nelle ore precedenti alla contestazione, in un comunicato firmato dai collettivi Link Roma Tre e Csp si leggeva: “Non permetteremo che questa visita-intrusione nel nostro ateneo sia l’ennesima passerella per i responsabili dell’impoverimento di decine di milioni di persone nell’Unione europea. Invece di favorire politiche di redistribuzione e di rinnovamento del welfare, la Bce ha dettato linee guida scellerate di impronta marcatamente neo-liberista”.

 

GM